2008-04-23 20:07:37

PARAGUAY Il neo Presidente chiede perdono alla Chiesa


ASUNCIÓN, 23apr08 - Fernando Lugo, eletto Presidente del Paraguay, ha chiesto il giorno dopo la sua elezione perdono alla Chiesa cattolica, e in particolare a Benedetto XVI, per il “dolore” che ha provocato la sua disobbedienza alle leggi canoniche, essendosi presentato alle elezioni presidenziali. “Se il mio atteggiamento e la mia disobbedienza alle leggi canoniche hanno provocato dolore, chiedo sinceramente perdono ai membri della Chiesa. In particolare, chiedo perdono a Papa Benedetto XVI”, ha precisato Lugo negli studi dell'emittente radiofonica “Fe y alegría”. Secondo quanto ha ricordato la Nunziatura Apostolica del Paraguay il 14 aprile, Fernando Lugo, Vescovo ordinato nella Chiesa cattolica, è sospeso a divinis. Parlando della sua situazione, Lugo ha affermato di essere disposto a dialogare in vista di “una soluzione soddisfacente” per lui e per la Chiesa. Da parte sua, il presidente della Conferenza Episcopale del Paraguay, il vescovo Ignacio Gogorza, ha detto che sarà il Papa a prendere una decisione, ma per questo “serve tempo”, e ha rivelato che la Chiesa nel Paese attenderà le indicazioni della Santa Sede. Ha ammesso, ad ogni modo, che il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale affronterà il tema nella sua prossima riunione, perché “è un avvenimento fondamentale nella vita del Paese”. Con un decreto firmato il 20 gennaio 2007 dal prefetto della Congregazione vaticana per i Vescovi, il Cardinale Giovanni Battista Re, monsignor Fernando Lugo, Vescovo emerito di San Pedro, è stato sospeso a divinis per essersi candidato alla Presidenza della Repubblica del Paraguay. In base a questa decisione, il Vescovo continua a mantenere lo stato clericale, ma non può esercitare il suo ministero. Monsignor Lugo, nominato Vescovo nel 1994 da Giovanni Paolo II, aveva chiesto a Benedetto XVI la “rinuncia al ministero ecclesiale” per “tornare alla condizione di laico nella Chiesa”. La richiesta non è stata accettata, perché come aveva ricordato il Cardinale Re “l’episcopato è un servizio accettato liberamente per sempre”. “Con sincero dolore”, il porporato annunciava il dovere di infliggere al Vescovo “la pena della sospensione a divinis, in base al canone 1333 & 1” del Codice di Diritto Canonico.
(Zenit-MANCINI)








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