Nuovo bilancio dell'ONU sul numero delle vittime in Darfur: 100 mila in più rispetto
all'ultima stima dell'OMS
Più di 300 mila morti. È il nuovo bilancio dell’ONU sul Darfur reso noto ieri in Consiglio
di Sicurezza dal sottosegretario generale per gli affari umanitari John Holmes. Le
precedenti stime, informa l'ANSA, erano basate su uno studio dell'OMS e indicavano
che le vittime degli scontri e degli stenti causati dalle razzie dei villaggi erano
centomila in meno. L'ambasciatore del Sudan all'Onu, Abdalmahmoud Abdalhaleem, ha
contestato queste cifre, definite “non credibili”, sostenendo che i morti non sono
più di 10 mila. Holmes ha invece spiegato al Consiglio che gli scontri, gli stupri
collettivi e i bombardamenti aerei non si sono mai interrotti in Darfur neppure negli
ultimi mesi, nonostante le crescenti pressioni internazionali. ''Particolarmente preoccupante
- ha precisato il responsabile umanitario - è l'alto livello di violenza sessuale,
verificatosi durante gli ultimi due mesi, nel corridoio settentrionale dell’area”.
Oltre 100 mila, inoltre, le persone costrette dall’inizio dell’anno a lasciare le
loro case e sei, nello stesso perioso, gli addetti agli aiuti militari rimasti uccisi.
Rodolphe Adada, rappresentante speciale dell'ONU e dell' Unione Africana (UA) per
il Darfur, ha spiegato, infine, che la capacità dell'Unamid, la missione di pace in
loco gestita dalle Nazioni Unite e dall'UA, ''non è aumentata di molto e rimane sotto
il 40% dell'obiettivo previsto, cioè 19.555 uomini''. (S.G.)