2008-04-23 20:07:19

CILE I vescovi chiedono concordia dopo lo sciopero dei minatori del rame


SANTIAGO, 23apr08 – “Le strade della pace”: si intitola così la dichiarazione dei vescovi cileni resa nota ieri, e in cui i presuli invitano il Paese a cercare il dialogo e la pace, dopo gli scontri causati dallo sciopero dei dipendenti della ‘Codelco’, l’impresa mineraria statale del rame. Il documento è a firma di Mons. Guillermo Vera Soto, mons. Gaspar Quintana Jorquera, mons. Cristián Contreras Molina e mons. Alejandro Goic Karmelic, rispettivamente vescovi di Calama, Copiapó, San Felipe e Rancagua, ovvero le diocesi in cui opera la ‘Codelco’. “Ribadiamo ancora una volta – scrivono i presuli – che la violenza non costituisce mai una risposta giusta”, anzi “essa è un male, una soluzione inaccettabile di problemi, un atto indegno dell’uomo”. Citando poi il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, i vescovi cileni sottolineano che “la violenza distrugge quello che pretende di difendere: la dignità, la vita, la libertà dell’essere umano”. Di qui, l’appello a rinunciare “alle barricate, messe in atto con il fuoco o le pietre ed altri materiali pericolosi per la vita” ed il richiamo al fatto che “c’è una grande maggioranza di operai che vuole lavorare, ma che non può farlo perché rischia la vita”. “La forza –scrivono ancora i presuli – non è il modo per affrontare i conflitti che devono risolversi, invece, con la ragione ed il dialogo”. Riprendendo il recente messaggio conclusivo della 95.ma Assemblea Plenaria dell’episcopato, i quattro vescovi esprimono inoltre preoccupazione per il clima lavorativo che si sta creando nel Paese: “si tratta di problematiche – si legge nel documento – derivanti da diversi settori produttivi e sociali e che necessitano non del ricorso alla violenza, bensì di un accordo che armonizzi, da una parte, lo sviluppo, la produttività e la sostenibilità, e dall’altra l’equità, il benessere e la pace sociale”. Infine, i presuli invitano il Paese a “ristabilire la giusta gerarchia di valori, collocando al primo posto la dignità del lavoratore” e si appellano a tutte le parti coinvolte nel conflitto perché si adoperino per un “dialogo sereno e costruttivo”.
(www.iglesia.cl/ - PIRO)








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