Terminato in Ungheria l'incontro CCEE-KEK, in vista della Conferenza europea cristiano-musulmana
del prossimo ottobre. Intervista con il cardinale Péter Erdő
Si è concluso ieri a Esztergom, in Ungheria, l’incontro del Comitato per le relazioni
con i musulmani in europa (CRME), promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali
d’Europa (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK). L’appuntamento rappresentava
una sessione di preparativi in vista della grande conferenza cristiano-musulmana europea,
in progreamma a Bruxelles dal 20 al 23 ottobre prossimi. Il comunicato finale dell’incontro
in Ungheria annuncia la pubblicazione di due documenti per il 2009: uno dedicato ai
fenomeni della violenza che coinvolge l’aspetto religioso e un altro sulla formazione
del clero e degli operatori pastorali, anche in relazione alla presenza musulmana
nel vecchio continente. Su quest’ultimo aspetto si sofferma l'arcivescovo di Esztergom-Budapest,
il cardinale Péter Erdő, al microfono di Marta Vertse, incaricata
del Programma ungherese della nostra emittente:
R . -
E’ chiara la necessità di preparare i sacerdoti alle situazioni pastorali che incontreranno
nella loro vita e nella loro attività sacerdotale. E dato che in Europa la presenza
musulmana è sempre più numerosa e forte, è necessario comprendere ed analizzare anche
queste situazioni. Faccio, al riguardo, l’esempio dei matrimoni misti: questo è un
argomento che si è trattato già diverse volte nella sezione per il sudest europeo
nel Consiglio delle Conferenze episcopali di Europa. I matrimoni misti tra musulmani
e cristiani o naturalmente anche tra cattolici ed ortodossi, rappresentano questioni
che richiedono, da un lato, un attento approfondimento teologico e giuridico e, dall’altra,
un dialogo con le altre comunità religiose per trovare insieme delle soluzioni concordate
e pacifiche che possano soddisfare i criteri religiosi di tutte le comunità.