Presentato a Roma il libro della prof.ssa Saulle "Relazioni internazionali e Diritti
fondamentali"
I diritti umani tra tutela e violazione, i grandi cambiamenti che hanno investito
il mondo tra il 1981 e il 2005, il crollo del muro di Berlino, come la recente questione
dell’indipendenza del Kosovo, raccontati nel libro “Relazioni internazionali e Diritti
fondamentali” di Maria Rita Saulle, Giudice della Corte Costituzionale. Ma
è giusto affermare che la promozione dei diritti umani si sia rivelata in questi anni
la strategia migliore per eliminare disuguaglianze e aumentare la sicurezza delle
popolazioni? Ascoltiamo l’autrice del libro al microfono di Cecilia Seppia:
R. –
La strategia dei diritti umani è fondamentale, perchè se è vero - come dice il Santo
Padre – e come è stato anche dichiarato nella celebrazione della Dichiarazione dei
diritti umani - se noi riconosciamo dignità e giustizia per tutti, se noi riconosciamo
che la legalità deve ispirarsi all’etica - perchè la legalità da sola non basta -
ritengo che sia allora molto importante questo messaggio che, in fondo, sposa quello
del cattolicesimo con quello delle Nazioni Unite: la dignità e la giustizia per ogni
essere umano, che rappresentano poi anche una premessa di pace mondiale.
D.
– Prof.ssa Saulle, lei analizza nel libro un periodo di tempo in cui si consolidano
grandi cambiamenti sul piano politico internazionale, ma sul piano dei diritti umani
ci sono degli ambiti in cui si evidenzia un maggiore progresso rispetto ad altri in
cui, invece, c’è ancora da fare...
R. – Noi disponiamo
ormai in tutti i campi di Dichiarazioni molto importanti e, a volte, anche di Convenzioni
internazionali, come quelle relative alle donne e ai bambini, ma anche ai disabili
che io lanciai nell’87 e che è stata aperta alla firma soltanto l’anno scorso alle
Nazioni Unite. Questi sono tutti atti internazionali estremamente rilevanti e, tra
l’altro, obbligatori. Aprendo, però, i giornali e vedendo la cronaca sentiamo sempre
più spesso che le donne sono violate sia nelle guerre, sia nelle società cosiddette
civili; i bambini li vediamo sempre mendicare per strada. Le norme di Diritto internazionale
indubbiamente rappresentano delle indicazioni di principio a cui gli Stati devono
adeguarsi. E’ necessario che ciò avvenga.
D. – Per
raggiungere, però, quel bene comune che i diritti umani aiutano a concretizzare basta
l’applicazione di norme internazionali e quindi di procedure corrette?
R.
– Io non confiderei esclusivamente nelle norme internazionali, perchè occorrono norme
statali – e spesso ci sono – ma occorre anche una coscienza diffusa nelle persone,
nei popoli affinché ci sia il rispetto dei diritti umani. Non a caso Eleanor
Roosevelt, che fu la presidente della Commissione che ha elaborato la Dichiarazione
universale, diceva che i diritti umani vanno rispettati certamente ai livelli più
alti tra i popoli e le nazioni, ma vanno anche rispettati nella propria famiglia,
nel proprio villaggio, ovunque.