“L’Unione Europea deve essere più che un semplice spazio economico. Il suo progetto
deve essere fatto da e per i suoi popoli, sulla base di valori comuni. E’ per questo
che l’Anno europeo per il dialogo interculturale è importante”. E’ quanto ha affermato
il reverendo Rudiger Noll, direttore della commissione “Chiesa e società” della Conferenza
delle Chiese europee (Cec), che il 17 aprile ha preso parte al primo di una serie
di quattro incontri consacrati all’Islam e promossi congiuntamente dalla Cec, dalla
Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), dalla Fondazione Adenauer
(Kas) e dalla Commissione europea. Tra i relatori - riferisce il Sir - anche l’imam
Tarq Oubrou che ha richiamato l’importanza di “trovare dei modi per evitare che il
dialogo interreligioso sostituisca quello intra-religioso, a cui spetta affrontare
i problemi specifici di ogni religione”. Per porre rimedio al problema dell’integrazione
degli immigrati islamici, padre Ignace Berten ha suggerito “l’istruzione, l’assistenza
sociale e la reciproca conoscenza”, mentre l’europarlamentare Ramona Nicole Manescu
ha concluso l’incontro ricordando che “le discriminazioni verso i musulmani possono
provocare del risentimento anti-occidentale e benché la carta dei diritti fondamentali
garantisca la libertà di religione, ciò non è sufficiente”. “Serve – ha aggiunto –
che i cittadini riscoprano il contributo dell’Islam alla cultura e alla civiltà europea”.
(S.G.)