Almeno 350 persone, tra cui numerose donne e bambini, sono state rapite nelle ultime
settimane dall'Esercito di resistenza del signore (LRA), il sanguinoso gruppo di ribelli
che per oltre 20 anni ha insanguinato il Nord dell'Uganda. Lo rende noto un comunicato
di Amnesty International diffuso dall’ANSA. L’improvvisa ripresa dei sequestri è avvenuta
mentre l'LRA stava concludendo un lungo negoziato di pace col governo ugandese, negoziato
saltato lo scorso 10 aprile, al momento della firma, a causa della defezione del capo
dei ribelli, Joseph Kony. E, stando agli analisti, punta a fare pressioni su Kampala
al fine di arrivare a maggiori concessioni per Kony che ha già ottenuto di essere
processato da un tribunale dell’Uganda anziché da quello internazionale dell’Aia.
Godrà quindi, in pratica, dell'impunità. Il gruppo ribelle ha insanguinato il Nord
dell'Uganda con una spietata guerra civile durata almeno 21 anni. Circa 100 mila i
morti, 20 mila i minori rapiti e ridotti in schiavitù, crudeltà senza fine, e quasi
un milione di persone, in pratica tutti gli abitanti della regione, costretti a vivere
per lustri in disperati campi profughi dove mancava l’indispensabile per sopravvivere.
Anche se da oltre un anno la ribellione è di fatto terminata, è evidentemente ancora
in grado di assestare pesanti colpi di coda. (S.G.)