2008-04-21 13:03:18

Un viaggio indimenticabile nel segno della speranza e dell’amicizia: il saluto del Papa al popolo americano, nella cerimonia di congedo all’aeroporto JFK di New York


Un viaggio memorabile, ricco di esperienze indimenticabili come la visita alle Nazioni Unite e la preghiera a Ground Zero: Benedetto XVI ha indicato i momenti forti del suo viaggio apostolico negli Stati Uniti nella cerimonia di congedo all’aeroporto JFK di New York. Evento contraddistinto da quell’entusiasmo che ha accompagnato la visita del Papa in terra americana fin dalle sue battute iniziali. A salutare il Papa, infatti, oltre al vicepresidente Dick Cheney, l’ex presidente Bill Clinton e la moglie Hillary, senatrice di New York, c’erano anche ben cinquemila fedeli della diocesi di Brooklyn, il quartiere popolare newyorkese dove si trova l’aeroporto. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


(Canti)

 
Gli americani hanno voluto mostrare il proprio affetto per Benedetto XVI fino agli ultimi istanti di presenza del Papa nella propria terra. L’entusiasmo festoso di 5 mila fedeli di Brooklyn ha fatto da sfondo alla cerimonia di congedo nella quale il vicepresidente Cheney ha ringraziato il Pontefice per aver portato agli Stati Uniti un messaggio di pace, giustizia e libertà e, ancora, di speranza e salvezza.

 
(Applausi)

 
L’arrivo del Papa all’hangar è stato accolto da un applauso fragoroso e insistito quasi a voler prolungare la permanenza del Santo Padre in mezzo a loro. Benedetto XVI ha ringraziato quanti si sono impegnati per la riuscita di questo viaggio e per la “gentile accoglienza” riservatagli a Washington e New York:

 
“It has been a joy for me to witness…”
“E’ stata per me una gioia essere testimone della fede e della devozione della comunità cattolica in questa nazione”, ha detto il Papa. Ed ha definito “incoraggiante” l’incontro con “i rappresentanti delle altre comunità cristiane e delle altre religioni”. Il Papa ha ringraziato il presidente Bush e le autorità civili ed ha rinnovato gli auguri alle diocesi di Baltimora, New York, Boston, Philadelphia e Louisville per il loro anno giubilare. Ricordando gli incontri con le diverse realtà della Chiesa americana, ha esortato i fedeli a “rendere una gioiosa testimonianza a Cristo nostra speranza”. Si è poi soffermato sui due avvenimenti simbolicamente più forti della visita:

 
“One of the high-points of my visit was the opportunity…”
“Uno dei momenti più significativi della mia visita – ha affermato – è stata l’opportunità” di parlare alle Nazioni Unite. A sessant’anni dall’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, ha ringraziato l’ONU per quanto “è riuscita a compiere per difendere e promuovere i diritti fondamentali” di ogni essere umano ed ha incoraggiato “tutti gli uomini di buona volontà a continuare ad adoperarsi senza stancarsi per promuovere la giusta e pacifica coesistenza tra i popoli e le nazioni”:

 
“My visit this morning to Ground Zero will remain…”
La visita a Ground Zero, ha confidato il Papa, “rimarrà profondamente impressa nella mia memoria, mentre continuerò a pregare per coloro che perirono e per tutti coloro che soffrono per le conseguenze della tragedia” dell’11 settembre. Ha così assicurato le sue preghiere affinché negli Stati Uniti e in tutto il mondo “il futuro porti maggiore fraternità e solidarietà, un accresciuto reciproco rispetto e una rinnovata fiducia” in Dio. Infine, la benedizione con quella formula tanto cara al popolo americano:

 “May God Bless America!”







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