Con un accorato appello in difesa della vita e della convivenza pacifica, si sono
conclusi ieri a Punta de Tralca i lavori della 95.ma Assemblea plenaria dell’episcopato
cileno. Ad illustrare alla stampa i sei punti ritenuti fondamentali dai presuli è
stato il presidente della Conferenza episcopale cilena il vescovo di Rancagua, mons.
Alejandro Goic. In particolare i vescovi hanno espresso preoccupazione per il livello
di aggressività tra i politici e le istituzioni del Paese: “Squalificare o delegittimare
le decisioni delle istituzioni quando ciò che affermano non concorda con la propria
posizione - precisano - è un’abitudine arbitraria”. Altro tema chiave è la difesa
della vita e in particolare il dibattito sulla cosiddetta “pillola del giorno dopo”,
che l’episcopato ha già rifiutato condannando la sua distribuzione e la sua commercializzazione.
La vita, sottolineano, “si difende con adeguate politiche in favore della famiglia,
aumentando le opportunità educative e i posti di lavoro”. Il Paese – sottolineano
– ha bisogno di una politica capace di dare risposte vere ai problemi “offrendo ai
cittadini un vero clima di amicizia civica con un dibattito culturale alto”. Secondo
i vescovi si deve dare “onestà e trasparenza” al dibattito politico e ai suoi protagonisti.
La “mancanza di queste due condizioni - spiegano - erode la fiducia pubblica”. Infine,
i presuli invocano soluzioni per le “gravi difficoltà che affrontano soprattutto i
ceti più poveri, in particolare nell’ambito del carovita, del lavoro e del rifornimento
energetico nonché della sicurezza”. L’auspicio dei vescovi è che le tutele siano estese
anche ai popoli indigeni, che – affermano – rappresentano un contributo ed una ricchezza
enorme per il Paese. (A cura di Luis Badilla)