Annunciare la speranza evangelica in modo coinvolgente: l’esortazione del Papa ai
vescovi statunitensi, durante un dialogo con i vescovi su secolarismo, fede e vocazioni
Nell’ambito dei Vespri al Santuario dell’Immacolata Concezione di Washington, si è
vissuto anche un cordiale e franco momento di confronto tra Benedetto XVI e i presuli
americani. Al Papa, sono state rivolte alcune domande su temi di grande attualità
per la Chiesa americana dalla crisi delle vocazioni al secolarismo, dal ruolo dei
laici alle speranze nei giovani fedeli. Ce ne parla Alessandro Gisotti:
In questo
momento della sua storia, è stata l’esortazione del Papa ai presuli, la Chiesa in
America “ha di fronte a sé la sfida di ritrovare la visione cattolica delle realtà
e di presentarla in maniera coinvolgente e con fantasia ad una società che fornisce
ogni genere di ricette per l’auto realizzazione umana”. Il pensiero di Benedetto XVI
va in particolare al “bisogno di parlare al cuore dei giovani” che “nonostante la
costante esposizione a messaggi contrari al Vangelo, continuano ad aver sete di autenticità,
di bontà, di verità”. La prima domanda rivolta al Santo Padre ha toccato la sfida
del secolarismo nella vita pubblica americana:
Perhaps, I think,
America’s brand of secularism… “Forse – è stata l’analisi del Papa –
il tipo di secolarismo dell’America pone un problema particolare: mentre permette
di credere in Dio e rispetta il ruolo pubblico della religione e delle Chiese, sottilmente
tuttavia riduce la credenza religiosa al minimo comune denominatore”. Il risultato,
ha proseguito, “è una crescente separazione della fede dalla vita: il vivere come
‘se Dio non esistesse’”:
This is aggravated by
an individualistic and eclectic approach… “Ciò – è stato il suo richiamo
– è aggravato da un approccio individualistico ed eclettico della fede e della religione”.
Ogni persona, ha proseguito, “lungi dall’approccio cattolico del pensare con la Chiesa”,
crede di “avere un diritto di individuare e scegliere, mantenendo i vincoli sociali,
ma senza una conversione integrale, interiore alla legge di Cristo”. I cristiani,
ha detto con rammarico, “sono facilmente tentati di conformarsi allo spirito del secolo”,
come si è costatato “in maniera acuta nello scandalo dato da cattolici che promuovono
un presunto diritto all’aborto”:
On a deeper level, secularism challenges
the Church…. “Ad un livello più profondo – ha detto ancora – il secolarismo
sfida la Chiesa a riaffermare e a perseguire ancor più attivamente la sua missione
nel e al mondo”. E qui, ha ribadito il ruolo dei laici che, come sottolineato dal
Concilio, “hanno una responsabilità particolare”. Ciò di cui vi è bisogno, è stato
il suo monito, “è un maggior senso del rapporto intrinseco tra il Vangelo e la legge
naturale, da una parte, e il perseguimento dall’altra dell’autentico bene umano, come
viene incarnato nella legge civile e nelle decisioni morali personali”. Si è poi soffermato
sulla libertà personale, che, ha affermato, la società americana tiene “giustamente”
in alta considerazione. La Chiesa, è stata la sua esortazione, “deve promuovere ad
ogni livello i suoi insegnamenti” tesi ad “affermare la verità della rivelazione cristiana,
l’armonia tra fede e ragione, ed una sana comprensione della libertà”:
The
dictatorship of relativism, in the end, is nothing less… “La dittatura
del relativismo – ha quindi rilevato - alla fine non è nient’altro che una minaccia
alla libertà umana, la quale matura soltanto nella generosità e nella fedeltà alla
verità”. In una parola, ha concluso, “il Vangelo dev’essere predicato ed insegnato
come un modo di vita integrale che offre una risposta attraente e veritiera, intellettualmente
e praticamente, ai problemi umani reali”. Al Papa è stata poi chiesta una riflessione
sul fenomeno di abbandono della pratica della fede:
One
of the great challenges facing the Church in this country… “Una delle
grandi sfide che stanno di fronte alla Chiesa in questo Paese – ha spiegato – è quella
di coltivare un’identità cattolica basata non tanto su elementi esterni, quanto piuttosto
su un modo di pensare e di agire radicato nel Vangelo ed arricchito in base alla tradizione
vivente della Chiesa”. La fede, ha ribadito, “non può sopravvivere se non opera per
mezzo della carità. Quindi, si è chiesto se la difficoltà di oggi ad incontrare Dio,
non possa essere dovuta “al fatto che molti hanno dimenticato, o addirittura mai imparato
a pregare nella e con la Chiesa”. La fede cristiana, ha ribadito, “è essenzialmente
ecclesiale, e senza un vincolo vivo con la comunità, la fede dell’individuo non crescerà
mai sino a maturità”. Il risultato può dunque essere “un’apostasia silenziosa”. E’
allora urgente “parlare in maniera sensata di salvezza”:
We
need to discover, as I have suggested, new and engaging… “Dobbiamo riscoprire
- ha detto – modi nuovi e avvincenti per proclamare questo messaggio e risvegliare
una sete di quella pienezza che soltanto Cristo può dare”. In secondo luogo, ha proseguito,
“dobbiamo riconoscere con preoccupazione la quasi completa eclissi di un senso escatologico
in molte delle nostre società tradizionalmente cristiane”. Tema, ha aggiunto, affrontato
nell’Enciclica “Spe salvi”. Il Papa è così tornato a sottolineare che “nel cristianesimo
non vi può essere posto per una religione puramente privata”. Parole corredate da
una viva esortazione: “Non possiamo separare il nostro amore per Lui dall’impegno
dell’edificazione della Chiesa e dell’ampliamento del Regno”. L’ultimo quesito si
è concentrato sul declino delle vocazioni:
Let
us be quite frank: the ability to cultivate vocations… “Siamo sinceri
– ha riconosciuto il Santo Padre – la capacità di coltivare le vocazioni al sacerdozio
e alla vita religiosa è un segno sicuro della salute di una Chiesa locale”. E ha aggiunto:
“Dio continua a chiamare i giovani, ma spetta a noi incoraggiare una risposta generosa
e libera a quella chiamata”. Il Papa ha messo l’accento sul ruolo fondamentale della
preghiera. “Ai candidati, oggi più che mai – ha detto ancora – bisogna offrire una
sana formazione intellettuale e umana che li ponga in grado non soltanto di rispondere
alle domande reali e ai bisogni dei contemporanei, ma anche di maturare nella loro
conversione e di perseverare nella vocazione attraverso un impegno che duri la vita
intera”. Ha così concluso il suo intervento auspicando che vengano lasciate “le sterili
divisioni, i disaccordi e i preconcetti” e si ascolti assieme “la voce dello Spirito
che guida la Chiesa verso un futuro di speranza”.
Concluso
lo scambio di domande e risposte con i vescovi americani, Benedetto XVI ha ricevuto
nel giorno del suo compleanno un importante segno della Chiesa statunitense a sostegno
delle opere di carità pontifcie, consistente in un assegno da 870 mila dollari. Il
Papa ha ringraziato con calore per questo dono frutto, ha detto, della "generosità
dei fedeli americani". Quindi, ha voluto ricordare "l’immensa sofferenza" patita dall’arcidiocesi
di New Orleans per le devastazioni dell’uragano Katrina, sottolineandone il "coraggio
nell’affrontare l’opera della ricostruzione". All’arcivescovo di New Orleans, Alfred
Hughes, Benedetto XVI ha donato in ricordo un calice. Spero, ha concluso, "che esso
sia accolto come segno della mia orante solidarietà verso i fedeli dell’arcidiocesi
e della mia personale gratitudine per l’infaticabile operosità che egli e gli arcivescovi
Philip Hannan e Francis Schulte hanno dimostrato nei riguardi del gregge affidato
alle loro cure".