Paraguay: nota della nunziatura e messaggio dei vescovi in vista delle presidenziali
Secondo la stampa locale, domenica prossima, il nuovo presidente della Repubblica
del Paraguay dovrebbe essere uno dei due principali candidati: Blanca Ovelar, del
partito “Colorado” attualmente al Governo con il leader uscente Nicanor Duarte o il
vescovo emerito di San Pedro, sospeso “a divinis” oltre un anno fa, Fernando Lugo,
sostenuto da una coalizione di forze politiche. Per ora i sondaggi continuano a dare
come favorito Fernando Lugo, ma nel frattempo non accenna a diminuire la polemica
sul fatto che lui sia un sacerdote e, dunque - secondo la Carta costituzionale - impedito
di fare politica. In questo contesto, nei giorni scorsi si è innescata una nuova polemica
riguardo l’attuale rapporto canonico tra Lugo e la Chiesa. Lo scorso 14 aprile la
Nunziatura, con un breve comunicato scritto, ha voluto precisare che la "Sede Apostolica
processa i fatti, quando si sono registrati" e non prima; che la posizione della Chiesa
cattolica, “espressa in documenti della Santa Sede e della Conferenza episcopale del
Paraguay, sull'attività politiche e partitiche di mons. Lugo, non è cambiata”. Infine,
il comunicato aggiunge, che “la sospensione "a divinis" del vescovo è una sanzione
e non una facoltà”. Per il Paese sudamericano, colpito da una grave crisi economica
e politicamente molto polarizzato, le consultazioni di domenica sono di particolare
importanza e perciò i vescovi hanno rivolto un Messaggio ai consacrati, ai laici impegnati
e a tutti gli uomini di buona volontà per invitarli a un discernimento sull’importanza
del voto ai fini del bene del Paese. Davanti alla “situazione lacerante” che sta attraversando
la Nazione per la mancanza di coerenza nella vita socio-politica e nella fede dei
cristiani, i vescovi – chiamati ad essere “seminatori di speranza” - espongono alcune
considerazioni sul significato e le implicazioni dell’appuntamento elettorale. Sottolineando
anzitutto che il voto è “un diritto e un obbligo”, i presuli si soffermano su alcuni
requisiti di fondo dei candidati: preoccupazione per tutti e disponibilità al servizio
di tutti, rettitudine e onestà di vita, conoscenza sufficiente della responsabilità
che assumono. E’ inoltre indispensabile – si legge ancora nel Messaggio - “conoscere
i programmi di governo: chiari, realistici, democratici, basati sui valori etici e
rispettosi dei valori religiosi”. Programmi “che devono tener conto dei problemi sociali
e delle necessità fondamentali del popolo, soprattutto dei poveri e dei giovani”.
“La Chiesa – ribadiscono i vescovi – non appoggia candidati, ne svolge campagne politiche
a favore di una determinata parte della popolazione, poiché la sua natura e la sua
missione universale non possono ridursi a una situazione politica settoriale; tuttavia,
come cattolici, dobbiamo “operare un discernimento sui programmi elettorali e considerare
quelli che difendano e promuovano la vita dal concepimento alla morte naturale e che
tutelino la famiglia, la dignità umana e il bene comune, programmi che scaturiscono
dalla morale e dall’etica. (A cura di Luis Badilla)