Nuove speranze in Nepal dopo le prime elezioni libere dal 1999
Elezioni regolari anche se in un clima di forte tensione ieri in Nepal. Buona l’affluenza
alle urne, che è stata di circa il 60%, per una storica tornata elettorale, la prima
dopo la riduzione dei poteri di re Gyanendra, in seguito alle proteste dell’opposizione
maoista dello scorso anno. Per lo spoglio definitivo, tuttavia, ci vorranno almeno
3 settimane. Ma qual è la situazione attualmente in Nepal? Salvatore Sabatino
lo ha chiesto a Simona Lanzoni, responsabile dei progetti della Fondazione
Pangea onlus, da anni impegnata in Nepal.
R. –
La situazione è di fermento, in generale, perché chiaramente è la prima occasione
reale per il popolo nepalese di cambiare il loro status quo. Noi di Fondazione Pangea
lavoriamo in collaborazione con un’associazione che si chiama “Women’s Foundation”.
Per far capire anche la voglia di partecipazione, tutti i membri di “Women’s Foundation”
sono osservatori elettorali; ci sono 500 persone di cui 300 sono donne che vivono
nei distretti rurali. Queste donne non solo si sono formate su che cos’è l’Assemblea
costituente, ma anche su come la popolazione e le donne stesse possano influenzare
l’Assemblea costituente. Ma soprattutto si sono fatte osservatrici elettorali proprio
perché vogliono partecipare a questo momento storico. Ricordiamo che la monarchia
è esistita in Nepal per 240 anni di seguito e non ha mai perso il controllo del Paese,
quindi è una vera occasione per tutta la popolazione e così viene percepita da tutti.
D.
– Bisogna però dire che la situazione resta piuttosto incerta, almeno dal punto di
vista politico: si vive, insomma, una sorta di stallo. Come si risolverà, secondo
lei?
R. – Questo bisogna vederlo. Una delle cose
che viene detta è che, nel momento in cui l’Assemblea costituente sarà riunita, il
primo emendamento che verrà fatto – per esempio – sarà proprio quello di dichiarare
il Nepal definitivamente “repubblica” e di “dimettere” il re. Il problema sono le
relazioni interne tra i partiti. In realtà, in questo periodo pre-elettorale tutti
i partiti sono stati colpiti e, allo stesso tempo, ci sono anche influenze sulla politica
interna del Nepal da parte dell’India. E quindi bisognerà un po’ vedere quanto la
volontà delle persone, del popolo verrà comunque rispettata.
D.
– La situazione politica incerta che ricadute ha sulla quotidianità del popolo nepalese?
R.
– Abbastanza drastica, perché durante tutto il periodo pre-elettorale ci sono stati
grossissimi scioperi soprattutto nella zona del Terai. Ci sono stati movimenti locali
che volevano che fossero riconosciute le loro pretese, hanno bloccato le vie di comunicazioni
principali verso il centro, verso Kathmandou, verso le città principali o comunque
verso le montagne, impedendo per esempio di fare arrivare petrolio, kerosene, scorte
di cibo; non c’è stata elettricità per moltissimi giorni ... Quindi, il problema è
capire effettivamente quali sono le reali risorse del Nepal anche a livello economico
per il futuro e se questo cambiamento da monarchia a repubblica potrà anche rappresentare
una volontà di cambiare anche tutta l’economia del Paese!