MAURITIUS A plenaria vescovi dell’Oceano Indiano si dicono preoccupati dalla crisi
dei valori che mina il tessuto sociale nella regione
PORT-LOUIS, 11 apr 08 - I vescovi dell’Oceano Indiano sono molto preoccupati
dal degrado morale che sta minando il tessuto sociale delle isole dell’area e indicano
nel recupero dei valori l’antidoto alla disgregazione della famiglia, alla povertà
in crescita e all’incombente crisi economica. La preoccupazione è emersa nel corso
della 22ª assemblea plenaria della Conferenza episcopale (CEDOI), che riunisce i vescovi
del Madagascar e delle Isole Seychelles, Comore, Réunion e Mauritius. Il tema scelto
per la sessione, che si è conclusa mercoledì a Saint-Louis nelle Mauritius, era appunto
“L’annuncio della Parola nel contesto attuale”. L’incontro, cui è intervenuto anche
il Nunzio apostolico mons. Augustine Kasujja, è stata un’occasione per uno scambio
di informazioni e riflessioni sulla situazione socio-pastorale della regione. I presuli
hanno discusso in particolare delle nuove sfide poste dalla globalizzazione. Aids,
droga, crisi della famiglia, involuzione dei costumi sessuali: questi i problemi comuni
emersi dal confronto. Diverse le soluzioni proposte. Per il presidente della CEDOI,
mons. Denis Wiehé, vescovo di Port Victoria nelle Seychelles, la ricetta è il rilancio
dei valori della famiglia: “Quando il tessuto familiare è solido, i problemi si possono
affrontare”, ha rimarcato, citando una sua recente lettera pastorale sull’argomento.
Mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis e vice-presidente della CEDOI, ha indicato
nella solidarietà la via per fare fronte alla crisi economica. Il vescovo di Saint-Denis
della Réunion. Gilbert Guillaume Marie-Jean Aubry, da parte sua, si è soffermato sul
progressivo venir meno della coscienza morale. A suo avviso infatti il problema oggi
è “l’incapacità di distinguere tra il bene e il male”. (sito www.dioceseportlouis.org;
Apic – ZENGARINI)