L'attesa negli USA per l'imminente viaggio del Papa: ne ha parlato il cardinale Stafford
alla Pontificia Università della Santa Croce
Cresce negli Stati Uniti l’attesa per visita del Santo Padre, che avrà inizio martedì
prossimo a Washington e si concluderà domenica 20 aprile a New York. Nel servizio
di Silvia Gusmano, alcune riflessioni sull'evento rilasciate dal cardinale
americano James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore del tribunale della
Penitenzieria Apostolica, durante un incontro organizzato oggi a Roma da ISCOM, associazione
che svolge servizi di informazione nell'ambito della Chiesa.
La Chiesa
che Benedetto XVI troverà negli Stati Uniti è molto cambiata nell’ultimo decennio
e per alcuni aspetti e molto diversa da quella conosciuta da Giovanni Paolo II. E
l’elemento più innovativo, spiega il cardinale Stafford, è il pluralismo culturale
determinato soprattutto dall’aumentata presenza di fedeli provenienti dal Sud America:
“Benedetto
XVI trova una Chiesa più pluralista dal punto di vista culturale di quanto Giovanni
Paolo II avesse visto. I vietnamiti sono aumentati e c’è una crescita esponenziale
degli ispanici nel Sud degli Stati Uniti. Questa è una cosa senza precedenti in questo
Paese protestante”.
Come è stato anticipato dal
cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il Pontefice nel suo discorso ai sacerdoti,
affronterà anche lo scandalo degli abusi sessuali che ha ferito la Chiesa Cattolica
americana, oggi, afferma il cardinale Stafford, animata da un profondo spirito di
riforma:
“Penso che il governo ecclesiastico dopo
questa crisi, e anche durante, abbia nuova energia per riformare la Chiesa”.
Nella
sua visita a Palazzo di Vetro, spiega poi il cardinale Stafford, il Pontefice esprimerà
anche le sue preoccuopazioni per la situazione dell’Iraq.
“Il
Santo Padre vuole mettere bene in risalto il ruolo della Chiesa cattolica nel mondo,
tenendo il discorso alle Nazioni Unite. Il Papa vuole anche far riflettere sul fatto
che si stia uccidendo la popolazione innocente in Iraq. Una preoccupazione è anche
la violenza contro la Chiesa caldea. Questo compromette il futuro stesso della Chiesa
cattolica in Iraq”.
E, ha ricordato infine il porporato,
tra gli eventi più attesi, oltre alla visita a Ground Zero, la partecipazione di Benedetto
XVI alle celebrazioni per il 200.mo anniversario delle Diocesi di Boston, Luousville,
New York e Philadelphia e della Sede Metropolitana di Baltimora.