LUJAN, 11apr08 - “Costruire con impegno perseverante l’amicizia sociale tra tutti
gli abitanti della nostra patria, mettendo da parte gli scontri, gli odi e i rancori;
promuovere l’equità e la giustizia per tutti; favorire e coltivare la disposizione
al dialogo genuino nella verità ed il rispetto tra persone e settori della società,
come strada indispensabile nella ricerca del bene comune”. Sono le raccomandazioni
rivolte agli argentini dai loro vescovi durante la Messa “pro patria” celebrata nella
Basilica della Vergine di Lujan, patrona dell’Argentina. L’arcivescovo di Mercedes-Luján
e secondo vicepresidente dei vescovi argentini, monsignor Agustín Radrizzani ha pregato
affinché gli argentini “trovino il modo, vincendo l’egoismo, di superare ogni iniquità,
affinché non accada che tra noi alcuni abbiano troppo ed altri soffrano la fame, e
affinché nessuno si senta escluso e tutti possano condurre una vita degna”; obiettivi
raggiungibili attraverso il sostegno “alle istituzioni democratiche della Repubblica
ed il federalismo, rispettando la Costituzione Nazionale, garanzia per tutti di una
convivenza pacifica”. Durante i lavori dell’Assemblea, in un’ottica pastorale una
giornata è stata dedicata al tema della ‘Mobilità umana: migrazioni, rifugiati e problematica
del turismo”. Dopo avere ricordato che “gli emigranti devono abbandonare la loro terra
a causa della fame, della malattia e delle diverse forme di persecuzione ideologica,
etnica, religiosa e culturale”, monsignor Rubén Óscar Frassia, vescovo di Avellaneda-Lanús
e presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e il Turismo, ha evidenziato
la necessità di “un’analisi della realtà, considerando tutte le variabili: il contesto
della globalizzazione e le sue conseguenze umane, la crisi della governabilità delle
migrazioni, la situazione dei paesi dell’America Latina, il progetto di regolarizzazione
del Mercosur (il mercato comune sudamericano) e, a livello di legislazione migratoria,
la necessità che una nuova legge di migrazioni si inquadri all’interno di un riconoscimento
politico accettato da tutti gli attori sociali”. Sul tema è intervenuto anche monsignor
Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti
e gli Itineranti, ricordando innanzitutto che le migrazioni interessano attualmente
quasi 200 milioni di persone a cui bisogna aggiungere dieci milioni di rifugiati e
un numero incalcolabile di sfollati interni. Il fenomeno migratorio, ha detto l’arcivescovo
- impone tra l’altro “la necessità di un dialogo interreligioso, per il sempre più
consistente numero di migranti di altre religioni, soprattutto musulmani” e implica
anche il fenomeno della clandestinità e del “commercio molto redditizio del traffico
di esseri umani, un considerevole fornitore di nuovi schiavi dell'epoca moderna”,
stimati in 246 milioni, sfruttati a livello lavorativo o vittime di varie violenze.
Alla base delle “nuove schiavitù”, ha aggiunto monsignor Marchetto, c’è soprattutto
la grande differenza economica tra paesi ricchi e poveri, e tra i ricchi e i poveri
all'interno dello stesso paese; situazione che spinge molti ad abbandonare la propria
terra per cercare fortuna altrove. I vescovi argentini chiuderanno, domani, i lavori
della loro 95ma Plenaria. (Misna, Fides-MANCINI)