2008-04-10 14:55:05

Presentato alla Lateranense un volume che raccoglie cinque anni di studi di un gruppo di ricerca luterano-cattolico


“Fondamento e dimensione oggettiva della fede, secondo la dottrina cattolica romana e evangelica luterana”. E’ il titolo del volume, presentato ieri alla Pontificia Università Lateranense a Roma, che raccoglie i primi 5 anni di studi e dibattiti del Gruppo di ricerca composto da teologi cattolici e luterani. L’obiettivo è quello di comprendere i reciproci principi dottrinali. Il gruppo è stato istituito a partire da uno scambio di idee fra l’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e il professor Eiler Herms, teologo luterano e professore a Tubinga. Sull’importanza di questo testo Debora Donnini ha sentito il professore e condirettore del Gruppo di ricerca, mons. Giuseppe Lorizio:RealAudioMP3


R. – L’importanza di questo volume è data dalla necessità di cercare di cogliere ciò che effettivamente crediamo. Quindi, andare alle radici, attraverso una specie di passo indietro, che sia i cattolici teologi presenti nell’area di ricerca che dirigo, sia i teologi luterani hanno cercato di fare entrando nelle loro rispettive tradizioni. In questo senso, i teologi cattolici hanno ripercorso i testi dottrinali del Magistero della Chiesa cattolica e così hanno fatto i teologi luterani, studiando per esempio i testi del Concilio Vaticano II e i testi delle encicliche dei Papi, in particolare la Fides et Ratio. E dall’altra parte, i teologi cattolici hanno cercato di studiare i testi più importanti della dottrina luterana, soprattutto il Piccolo e il Grande Catechismo e il De Servo Arbitrio di Lutero e la Confessio augustana.

 
D. – A quali punti di convergenza siete arrivati?

 
R. – Il punto di convergenza più importante è stato dato dalla necessità del realismo della fede. La fede non è qualcosa che ha a che fare con l’immaginario o con l’aspetto puramente individuale e soggettivo, ma ha una sua dimensione reale.

 
D. – Quindi, c’è un punto di convergenza in questo?

 
R. – Ovviamente la fede nella Risurrezione del Signore Gesù, la fede nella unità e Trinità di Dio è la stessa fede, che noi condividiamo anche attraverso l’espressione sacramentale, battesimale di questa fede, perché condividiamo lo stesso Battesimo. Quindi, in questo senso il punto di partenza è stato importante anche come messaggio da dare alla nostra cultura contemporanea europea, la quale cerca di relegare le fedi, le confessioni e, in particolare, anche la fede cristiana nelle sue diverse espressioni, nell’ambito del privato, del soggettivo, del relativo. Anche questi teologi luterani sono molto preoccupati di questa situazione, perché ritengono che invece la fede, come diciamo nel titolo del volume, abbia una sua dimensione oggettiva.

 
D. – La Dichiarazione congiunta tra la Chiesa cattolica e la Federazione luterana mondiale circa la dottrina della Giustificazione ha rappresentato un notevole progresso nell’avvicinamento delle parti in dialogo, mostrando numerosi punti di convergenza, anche se non elimina ogni differenza fra cattolici e luterani nella comprensione di tale dottrina...

 
R. – Per noi cattolici è certamente abbondantemente condiviso e acquisito ed è il punto di convergenza che è stato espresso nella Dichiarazione congiunta sulla Giustificazione. Questa Dichiarazione congiunta esprime con chiarezza il fatto che entrambe le confessioni sostengono che sia la fede che salva. Quindi, nell’atto di fede come accoglienza, da parte dell’uomo, di Dio che si rivela in Gesù Cristo, quindi come grazia, c’è la salvezza. Questo è comunemente condiviso. Un punto che richiede invece di essere approfondito e che al momento non registra il consenso, è il punto che riguarda il testo di Lutero secondo cui l’uomo giustificato è allo stesso tempo peccatore e giusto. Dal punto di vista della percezione cattolica di questi testi, sembra quasi che la grazia sia una specie di abito che il peccatore indossa per essere giustificato davanti a Dio, rimanendo peccatore, mentre dal punto di vista cattolico, il peccatore è effettivamente redento dalla grazia. Quindi, esce dallo stato di peccato nel momento in cui vive l’amicizia con Dio. Un altro punto ovviamente difficile da acquisire come consenso è quello relativo al ministero nella Chiesa e agli altri sacramenti oltre al battesimo.

 
D. – Il ministero nella Chiesa vuol dire il ministero di Pietro e poi...

 
R. – Il ministero di Pietro e poi anche il ministero stesso episcopale, il ministero dei presbiteri e dei diaconi. Da un certo punto di vista, un grande teologo luterano Wolfahrt Pannenberg ha cercato di sollevare la questione, ritenendo che la teologia luterana debba riflettere sulla possibilità di prendere in considerazione l’istituzione divina dell’episcopato.







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