Più spazio al sorriso nei media: così il prof. Nieto, insignito del dottorato "honoris
causa" insieme al cardinale Ruini, dalla Pontificia Università Santa Croce
“Bisogna essere pronti a cogliere i movimenti profondi che attraversano la società
e la cultura” per inserirvi “il messaggio cristiano, capitalizzando e volgendo al
bene le energie” che da questi scaturiscono: così il cardinale vicario Camillo Ruini,
nel ricevere ieri pomeriggio il dottorato "honoris causa" in Comunicazione sociale
istituzionale conferito dalla Pontificia Università della Santa Croce a Roma. A presiedere
l’atto, il Gran Cancelliere dell’Ateneo e Prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarría.
“La cultura” – ha osservato il porporato nella sua Lectio magistralis – costituisce
“il terreno fondamentale di crescita, o invece di alienazione e deviazione delle persone,
e anche lo spazio privilegiato per l’incarnazione del Vangelo nella vita e nella storia
e per il suo confronto con altre e diverse concezioni, scelte o comportamenti”. “Si
tratta, in concreto - ha spiegato ancora il cardinale Ruini - di evangelizzare la
cultura italiana del nostro tempo, mostrando che essa, storicamente impregnata e in
larga misura plasmata dal cattolicesimo, può rinnovarsi ed inoltrarsi nel futuro non
allontanandosi da questa sua matrice, ma al contrario traendo da essa nuova linfa
ed ispirazione”. Nel corso della stessa cerimonia è stato conferito il dottorato "honoris
causa" anche al prof. Alfonso Nieto, primo docente ordinario nel 1976 di Comunicazione
in Spagna, per 12 anni Rettore dell’Università di Navarra, oggi esperto internazionale
in Economia dei media. Certamente originale nella sua Lectio magistralis il richiamo
rivolto perché i media riservino maggiori spazi e tempi dedicati al sorriso. “Cosa
scarseggia nel mercato dell’intrattenimento, soprattutto in quello digitale?” - si
è chiesto il prof. Nieto - “Sicuramente manca molto: realismo, veridicità, solidarietà
e molto di più”. Ma soprattutto “manca buonumore”. “Il buonumore - ha sottolineato
- è “la disposizione abituale dell’animo che scopre, elabora, diffonde aspetti positivi,
amabili, dell’informazione o dell’intrattenimento con tale forza da suscitare un sorriso”.
“È una virtù propria dell’essere umano, dell’uomo che alla sua condizione di 'homo
sapiens' e di 'homo faber' include quella di 'homo sorridens'”. E se “al buonumore
è stato rubato tempo e spazio fino ad accantonarlo in una sezione del giornale mischiato
con il cruciverba e l’indovinello, in una battuta, nel concorso per un premio”, ora
“è necessario – ha concluso il prof. Nieto - aprire spazi e tempi che suscitino il
sorriso in tutte o nella maggior parte delle pagine del giornale, della rivista, nei
telegiornali, nella pubblicità”. (R.G.)