E’ in viaggio verso Buenos Aires la fiaccola dei Giochi di Pechino 2008. Il presidente
del Comitato olimpico internazionale (CIO), Jacques Rogge, ha assicurato che l’itinerario
della staffetta non sarà abbreviato. Ma ha anche ammesso che le proteste lungo il
percorso della fiaccola olimpica rischiano di mettere in crisi le Olimpiadi. A questi
timori si aggiungono anche notizie di possibili complotti per colpire i Giochi. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
Le autorità
cinesi hanno rivelato di aver sventato un complotto ordito da una rete criminale che
pianificava il sequestro di atleti, giornalisti stranieri e funzionari sportivi durante
le Olimpiadi. Il Comitato olimpico internazionale ha invitato poi la Cina a migliorare
la situazione nel campo dei diritti umani. Il governo cinese ha chiesto, a sua volta,
di far prevalere lo spirito olimpico e di non politicizzare i Giochi. Di fronte a
questo scenario, la comunità internazionale resta divisa sull'ipotesi di partecipare,
o meno, alla cerimonia di apertura. Il presidente statunitense, George Bush, ha dichiarato
che si recherà a Pechino in occasione delle Olimpiadi. Il premier britannico, Gordon
Brown, ha annunciato invece la sua decisione di non partecipare alla cerimonia inaugurale.
Il Dalai Lama, leader spirituale del popolo tibetano, ha inoltre ribadito il proprio
sostegno ai giochi aggiungendo che la Cina merita le Olimpiadi. Ma il percorso della
fiaccola olimpica prosegue tra le polemiche: a San Francisco, sono state annullate
cerimonie per evitare nuove azioni da parte degli attivisti pro-Tibet. Altre proteste
sono previste a Buenos Aires, dove come primo tedoforo è stato scelto l’ex calciatore
argentino, Diego Armando Maradona, campione del mondo nel 1986.