"Juno": sugli schermi in Italia la storia di una ragazza che rimane incinta e sceglie
la vita
Sugli schermi italiani il film che ha trionfato alla Festa del Cinema di Roma dello
scorso anno e che si è rivelato un vero caso internazionale, suscitando applausi e
positivi commenti critici: Juno, del regista canadese Jason Reitman, delicata
storia di una sedicenne che rimane inaspettatamente incinta e sceglie la vita. Il
servizio di Luca Pellegrini:
Piccola
Juno, alle prese con la vita e la maternità, le amiche, la scuola, i compiti e gli
allenamenti sportivi e alcuni singolari esempi di famiglie: spregiudicata ragazzina,
in corsa dall’adolescenza, fatta di cose comuni e quotidiane, alla maturità grazie
ad una gravidanza – lei ha soltanto sedici anni – giunta non per caso, ma per gioco
sì. Poteva essere terribilmente complesso e controverso, per Diablo Cody, autrice
della sua prima sceneggiatura cinematografica e vincitrice del suo primo Oscar, scrivere
questa difficilissima storia in costante e pericoloso bilico tra humor e scandalo.
A Juno, interpretata da Ellen Page così vera e giusta nella sua parte, si pongono
dinnanzi, infatti, scelte difficili e dolorose, che in un modo o nell’altro imprimeranno
alla sua esistenza grandi novità e sicure conseguenze: l’aborto oppure il parto e
un figlio. Se, visibilmente scossa, ma altrettanto schietta, non esclude all’inizio
alcuna soluzione, poi senza compromessi e con sincerità spesso inusitata nei ragazzi
della sua tenera età, sceglie la vita, sceglie il figlio dentro di sé. E dovrà scegliere
anche una famiglia – operazione non semplicissima e che rivelerà il bene e il male
– che questo suo piccolo lo possa accudire, crescere, proteggere. E così, a piccoli
passi e piccoli scontri verbali con il padre e la matrigna e le compagne e l’imberbe
papà e i futuri, eventuali suoceri, e tutto il mondo che la circonda e la guarda e
forse anche la giudica, Juno si avvia a gestire questi suoi nove, difficili mesi,
con tutti gli imprevisti e gli imbarazzi, per lei e per gli altri, che una maternità
così atipica può creare. Jason Rietman sa governare con sovrano e intelligente equilibrio
anche le situazioni non facili, evitando di far cadere questo delizioso film nelle
secche delle controversie e delle polemiche, ed evitando anche che altri se ne approprino
per trasformarlo impunemente in un manifesto sociale, morale o politico, cosa che
assolutamente non è. La storia di Juno è scritta per il cinema e rimane contenuta
sugli schermi che la proiettano e sui volti dei bravi attori che la recitano. Offre
spunti di riflessione, fa più volte sorridere e sempre tutti partecipare alla scoperta
più importante e bella che una donna può fare nella sua vita: diventare madre.