2008-04-09 11:26:03

Appello al dialogo dei vescovi della Bolivia: è in gioco la pace e la convivenza democratica


“Il dialogo è un mezzo che il Signore ci ha donato come strumento per la comunicazione e l’incontro tra le persone e in esso ciascuno esprime i suoi punti di vista nella verità” e “ascolta l’altro” “per raggiungere intese e accordi”. Sono riflessioni dell’Episcopato boliviano espresse in un ampio documento a conclusione, ieri, dell’Assemblea plenaria. I presuli della Bolivia riflettono sulle sfide che l’evangelizzazione, alla luce del documento di Aparecida, pone a tutti, in particolare nell’ambito missionario. Dall’altra parte l’Assemblea episcopale esprime gravi “preoccupazioni per i contrasti che separano le regioni, le etnie e le classi sociali, nonché per la polarizzazione ideologica, il monopolio della politica e il peso dei settori radicali che ostacolano il dialogo e la ricerca del consenso. “Tutto ciò – aggiungono - può sfociare in scontri con delle conseguenze imprevedibili di dolore e morte”. In questo contesto i vescovi rinnovano per l’ennesima volta il loro accorato “appello al dialogo poiché unico cammino per la pace e l’unità del Paese”. La Chiesa boliviana, da mesi, a richiesta delle parti, è impegnata a ricercare modi per avvicinare il governo del presidente Evo Morales e i cinque governatori dell’opposizione, i quali, in sostanza non sono d’accordo su nulla, in particolare sulla nuova Costituzione, che sarà sottoposta a referendum il 4 maggio. In questa giornata l’opposizione vorrebbe far votare altri referendum sull’autonomia delle regioni in disaccordo con il potere centrale. L’arcivescovo di Santa Cruz, cardinale Julio Terrazas, presidente dell’Episcopato ha incontrato, a più riprese, il presidente Morales e l’altro ieri ha fatto lo stesso, ancora una volta, con i cinque governatori. In riferimento a questo fragile processo la dichiarazione dei vescovi precisa: “Occorre, ora, più che mai, una ferma volontà di dialogo, lasciandosi illuminare dalla ragione e guidare dalla verità, rispettando la legalità e l’ordinamento giuridico della nostra società”. Si deve lavorare per trovare “soluzioni efficaci, durature per difendere il bene comune e ridare al popolo la speranza”. I presuli boliviani concludono esprimendo angoscia di fronte “al pericoloso peggioramento della situazione nazionale” e chiedono a tutte le parti, in particolare alle autorità, di aprire subito il dialogo “non appena si siano realizzate le condizioni minime“ poiché è in gioco “la pace, la convivenza democratica e lo stato di diritto”. (A cura di Luis Badilla)RealAudioMP3







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