Alla Pontificia Università della Santa Croce laurea "honoris causa" in Comunicazione
sociale al cardinale Ruini
Un bilancio della presenza della Chiesa in Italia nei media con una constatazione:
”nella comunicazione sociale” in Italia, prevalgono “almeno sul piano quantitativo”,
“orientamenti non favorevoli alla Chiesa”. Ad affermarlo è il cardinale Camillo Ruini
nella “lectio magistralis” - anticipata dall’Agenzia Sir - che terrà questo pomeriggio
alla Pontificia Università Santa Croce in occasione del conferimento della laurea
“honoris causa” in Comunicazione sociale istituzionale ed . “Molti – sottolinea il
porporato - ritengono che anche sul piano mediatico la Chiesa in Italia sia fin troppo
presente”. Ma questo “è vero soltanto sotto un ben determinato profilo, quello dei
rapporti della Chiesa con la politica, o con il denaro, o con problematiche del sesso
e dei suoi abusi. Ne risulta un’immagine troppo parziale, prevalentemente negativa
e a volte caricaturale della Chiesa stessa, e purtroppo anche del messaggio di salvezza
che le è affidato”. “In più di vent’anni di conferenze stampa e di interviste – ha
proseguito il cardinale Ruini -, mi sono reso conto ben presto della necessità, per
la Chiesa stessa, di migliorare e sviluppare le proprie capacità di essere presente
nel mondo dei media, per far conoscere all’opinione pubblica il suo vero volto e soprattutto
il messaggio di cui è portatrice”. Il porporato non ha mancato di sottolineare che
negli “ultimi venti anni” forte è stato l’impegno della Chiesa italiana sul fronte
dei mass media. In primo luogo con la creazione o il potenziamento dei mezzi di comunicazione
cattolici: dal quotidiano Avvenire ai settimanali diocesani, per i quali è stata costituita
l’agenzia Sir, all’emittente televisiva Sat2000 e al circuito radiofonico 'InBlu'.
“A questo sforzo si sono accompagnati il rafforzamento dell’Ufficio Nazionale per
le comunicazioni sociali e l’impulso dato allo sviluppo dei corrispondenti Uffici
Diocesani”. Il secondo versante di impegno si riferisce al “progetto culturale orientato
in senso cristiano” e infine la cura ad una “seria professionalità” che in “un comunicatore
cristiano” si deve sposare “con l’umile e decisa ricerca della santità”. (R.P.)