All’Urbaniana di Roma, presentazione del libro "Sacerdoti di Cristo": intervista
con padre Armando Moreno
Alla Pontificia Università Urbaniana, viene presentato alle 17 di oggi il libro di
Conchita Cabrera de Armida "Sacerdoti di Cristo". Dopo il saluto del nunzio apostolico
in Italia, l'arcivescovo Giuseppe Bertello, seguirà la riflessione di mons. Juan Esquerda
Bifet su "Maria, Madre di Gesù, nella vita e nel ministero sacerdotale". Nell’intervento
successivo, padre Armando Moreno, dei Missionari dello Spirito Santo, presenterà le
finalità del volume , mentre la relazione conclusiva sarà svolta da suor Teresa Caligaris,
delleReligiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù, e avrà per titolo "La
maternità verso i sacerdoti: l’eredità di Conchita per le religiose della Croce".
Sposa e madre di famiglia, Conchita, messicana, è stata una grande mistica la cui
spiritualità ha ispirato la nascita di svariate opere. Per un breve profilo di Conchita,
Giovanni Peduto si è rivolto a padreArmando Moreno:
R. -
Nacque l'8 dicembre del 1862 a San Luis Potosì, in Messico. Sposò Francisco Armida
l'8 novembre 1884, formando una famiglia di 9 figli. Suo marito morì dopo 17 anni
di matrimonio. Lei invece visse fino al 3 marzo 1937. A Città del Messico, dove Conchita
morì, venne avviato il processo ordinario sulla fama di santità il 13 aprile 1957.
Giovanni Paolo II l’ha dichiarata Venerabile il 20 dicembre 1999.
D.
- Qual è il messaggio del libro "Sacerdoti di Cristo"?
R.
- Il proposito è quello di delineare un percorso per rinnovare in ognuno dei sacerdoti,
ministri di Cristo, la chiamata sempre antica e sempre nuova alla santità. Il centro
nodale di quello che Conchita chiede al Signore è la trasformazione del sacerdote
in Cristo e la sua unificazione nella Trinità mediante lo Spirito Santo. L’unica cosa
che il Signore da parte sua chiede affinché questa trasformazione avvenga, è la volontà
del sacerdote.
D. - Qual è il carisma di Conchita?
R.
- Il carisma di Conchita è un carisma profetico cioè quello di far risplendere la
potenza santificatrice di Cristo e dello Spirito Santo in tutti gli stati di vita,
vale a dire: siamo tutti obbligati alla più alta santità, vivendo il nostro sacerdozio
battesimale.
D. - La mistica della Croce delineata
da Conchita appare un po’ difficile da comprendersi oggi...
R.
- È vero, ma la croce è stata ed è sempre presente nella vita di ciascuno di noi.
Ma come farla diventare croce salvifica e redentrice? Per Conchita, il dolore umano
deve essere trasfigurato dall’amore e così si trasforma in una forza dinamica. La
croce trasfigurata dall’amore è una croce illuminata dalla speranza, certezza della
nostra completa liberazione: la croce ci conduce alla gloria della risurrezione.
D.
- Quale eredità ci ha lasciato Conchita?
R. - Per
mezzo di lei, il Signore ha suscitato nella Chiesa le Opere della Croce: l’Apostolato
della Croce per tutto il popolo di Dio, laici, sacerdoti e religiosi; le Religiose
della Croce del Sacro Cuore di Gesù, di vita contemplativa; l’ Alleanza d'amore con
il Sacro Cuore di Gesù, per i laici; La Fraternità di Cristo Sacerdote, per vescovi
e sacerdoti; e i Missionari dello Spirito Santo. In più, sono nati altri 11 Istituti
sia maschili che femminili, di cui uno maschile di rito Bizantino in Romania, e due
movimenti laicali, che formano parte di quella che chiamiamo la Famiglia della Croce.
Queste opere sono animate da un intenso spirito sacerdotale e trinitario e cercano
di diffondere nella Chiesa il Regno dello Spirito Santo, che è il regno dell’amore
e della croce del nostro Salvatore. L’eredità più preziosa che Conchita ci ha lasciato
è quella di dare la vita, come lei l’ha data, in favore della Chiesa e della salvezza
dell’umanità, causa per la quale lei stessa si è offerta al Signore.