Concluso a Roma il Colloquio internazionale promosso dal Rinnovamento Carismatico
cattolico: intervista con Oreste Pesare
Si sono conclusi ieri a Roma i lavori del Colloquio internazionale teologico-pastorale
promosso dal Rinnovamento Carismatico cattolico in collaborazione con il Pontificio
Consiglio per i Laici sul tema dei carismi. Sull'evento, Giovanni Peduto ha
intervistato Oreste Pesare, direttore esecutivo del servizio del Rinnovamento
Carismatico Cattolico Internazionale:
R. –
Voglio dire che questo momento è stato veramente significativo, anzitutto ad intra
del Rinnovamento Carismatico. E’ stato un momento in cui abbiamo ripreso coscienza
delle radici dalle quali il Movimento Carismatico nasce: una chiamata, una nuova grazia
dello Spirito Santo per tutta la Chiesa cattolica e la riscoperta che lo Spirito Santo
quando visita la sua Chiesa e la vita dei singoli porta dei doni carismatici, che
ci aiutano a servire la Chiesa e a metterci anche a disposizione in tutti i modi nel
mondo intero. Quindi abbiamo riscoperto che c’è bisogno di questa potenza dello Spirito
Santo per essere veramente apostoli vivi e concreti al giorno d’oggi.
D.
- Che coscienza c’è oggi, nelle parrocchie, nelle comunità ecclesiali, della presenza
vivificatrice dei carismi?
R. – Io credo che in questo
campo ci sia molto da lavorare. Il Concilio Vaticano II certamente ha segnato un nuovo
inizio nella Chiesa cattolica per quanto riguarda l’idea dei laici nella Chiesa, come
Popolo di Dio, e ha parlato chiaramente dei carismi che vengono dati in maniera straordinaria
ed ordinaria ad ogni ordine di persone, ad ogni ordine di discepolo di Gesù Cristo
e quindi anche ai laici. E’ chiaro che questa profezia – potremmo dire – deve ancora
attuarsi nella Chiesa di oggi. Le parrocchie, sebbene vive e ricche di persone piene
di buona volontà, potrebbero veramente fare una esperienza più forte - sia in termini
di servizio, sia in termini di evangelizzazione - se lasciassero più spazio allo Spirito
Santo di agire attraverso i suoi doni e non soltanto utilizzando i talenti e le capacità
umane.
D. - Dal Vaticano II ad oggi, in particolare,
la novità dello Spirito, manifestata attraverso i vari carismi, ha cambiato il volto
della Chiesa: quale è stato il contributo del Rinnovamento Carismatico?
R.
– Il contributo del Rinnovamento non soltanto per il passato, perchè noi abbiamo intenzione
di continuare a lavorare e non soltanto per nostra volontà. Credo infatti che la missione
che lo Spirito Santo ci ha affidato sia quella proprio di ricordare che noi non stiamo
inventando assolutamente niente di nuovo perchè la Chiesa è carismatica. Lo Spirito
Santo non è, infatti, appannaggio soltanto di un piccolo gruppo, cosiddetto di esaltati
carismatici. Lo Spirito Santo è per tutta la Chiesa e noi non vogliamo appropriarci
di nulla. Lo Spirito Santo ha dato di sua propria iniziativa il potere alla Chiesa
di poter essere evangelizzatrice nella potenza con segni e prodigi. Noi vogliamo soltanto
ricordare questo a tutta la Chiesa cattolica, a tutti i sacerdoti e a tutti i laici.
E questo senza crederci degli “insegnanti”: noi vogliamo soltanto, da fratelli a fratelli,
ricordare che abbiamo fatto un’esperienza e che questa esperienza può essere fatta
da tutti. Questo è quanto noi vogliamo fare.