Benedetto XVI ai vescovi delle Antille: rafforzate l'identità cristiana attraverso
le scuole cattoliche e i seminari, perché l'etica del Vangelo si oppone ai drammi
sociali causati da droga, commercio d'armi e turismo selvaggio
La spiritualità cristiana e la lunga tradizione cattolica delle Antille hanno permesso
di radicare nelle popolazioni dell’arcipelago centroamericano quei valori fondamentali,
oggi ancor più necessari per contrastare le derive del materialismo e del relativismo
etico che non risparmiano l’area. Benedetto XVI ha ricevuto stamattina i presuli delle
Antille che hanno terminato la visita ad Limina, e li ha incoraggiati a porre grande
attenzione alla formazione giovanile, sia quella vocazionale nei seminari, sia quella
culturale nelle scuole cattoliche. Il servizio di Alessandro De Carolis:
L’appellativo
di “paradisi” naturali, conferito loro dalla straordinaria bellezza del paesaggio
terrestre e marino, e i nomi delle dozzine e dozzine di isole - da Cuba alle Barbados,
da Haiti alle Bahamas a Trinidad e Tobago - che evocano scenari esotici ambiti dai
tour operator di tutto il mondo celano, a una lettura superficiale, le piaghe
sociali che feriscono questo lungo arco di territori - anglofoni, francofoni e di
lingua olandese - che punteggiano i Caraibi dalla Florida alle coste settentrionali
del Sudamerica. Piaghe con le quali la Chiesa locale delle Antille si confronta quotidianamente
e che Benedetto XVI non ha ignorato nel loro impatto, spesso devastante, sulla popolazione
locale e sul territorio. ”In gradi diversi - ha riconosciuto il Pontefice - le vostre
sponde sono state colpite da aspetti negativi dell’industria dello spettacolo, dello
sfruttamento turistico, del flagello del commercio di armi e di stupefacenti; influenze
che non solo minano la vita familiare e scuotono le fondamenta dei valori culturali
tradizionali, ma tendono ad influenzare negativamente la politica locale”.
Problemi
che, sul versante opposto, rappresentano, ha detto il Papa, “notevoli sfide” per i
13 episcopati che compongono la Conferenza dei vescovi delle Antille. “Di vitale importanza
- ha puntualizzato Benedetto XVI - è l'instancabile promozione delle vocazioni insieme
con la guida e la formazione permanente dei sacerdoti”. Sostenete “con attenzione”
i seminari locali, ha raccomandato il Pontefice ai presuli caraibici - e verificate
la formazione dei giovani sacerdoti, perché possano contare su un’offerta di “regolari
programmi di formazione permanente”, necessari “per la costruzione dell’identità sacerdotale”.
E riaffermando, in modo analogo, anche l’importanza della cura per le vocazioni religiose,
registrate in calo, il Papa - alternando alla lingua inglese quella francese - ha
esortato i vescovi delle Antille su un’altra questione molto attuale. “Cari fratelli
- sono state le sue parole - ognuno di voi avverte la grande responsabilità a fare
tutto il possibile per sostenere il matrimonio e la vita familiare, la fonte primaria
di coesione all'interno della comunità e quindi di primaria importanza agli occhi
delle autorità civili. A questo proposito, la grande rete delle scuole cattoliche
nella vostra zona può giocare una differenza sostanziale”.
“Dei
buoni giovani cristiani sono buoni cittadini”, ha asserito poco dopo il Pontefice,
dicendosi certo “che tutto sarà fatto per incoraggiare la specificità della vostra
scuola cattolica che, lungo le generazioni, ha reso un notevole servizio al vostro
popolo”. Nonostante le innegabili difficoltà, Benedetto XVI ha voluto terminare con
una esortazione alla speranza, della quale - ha auspicato - i vescovi devono essere
i primi “araldi”: “Siate audaci testimoni della luce di Cristo, che indica una direzione
e una meta alle famiglie, e siate grandi predicatori della potenza del Vangelo, che
deve permeare il loro modo di pensare, i loro standard di giudizio, e le norme di
comportamento. Sono fiducioso - ha concluso il Papa - che la vostra testimonianza
vissuta nello straordinario ‘sì’ di Dio all'umanità, incoraggerà le vostre popolazioni
a respingere le distruttive tendenze sociali e a cercare ‘la fede in azione’, che
abbraccia tutto ciò che genera la nuova vita di Pentecoste”.