2008-04-06 13:44:19

"Dedizione, fede e passione, l'impegno per una cultura popolare" è il titolo dell'84.ma Giornata per l'Università Cattolica, ricordata dal Papa al "Regina Caeli". Intervista col rettore Ornaghi


"Auspico che l’odierna ricorrenza contribuisca a rinnovare l’impegno di questa importante istituzione per una cultura popolare cattolica". Con queste parole, pronunciate stamattina al Regina Caeli, Benedetto XVI ha voluto salutare tutti coloro che oggi celebrano, nelle parrocchie italiane, l’84.esima Giornata per l’Università Cattolica. La ricorrenza è stata ricordata anche nella Messa celebrata stamattina nell’Aula Magna dell’Ateneo a Milano, ma anche nelle altre sedi - Piacenza-Cremona, Brescia, Campobasso e Roma - sono state promosse speciali iniziative. Tema della Giornata quest’anno: “Dedizione, fede e passione. L’impegno per una cultura popolare. Attualità della missione di Armida Barelli co-fondatrice dell’Università Cattolica”. Adriana Masotti ha chiesto al rettore, il prof. Lorenzo Ornaghi, che ruolo abbia avuto la Barelli nel definire il volto peculiare dell’Università cattolica:RealAudioMP3


R. - Richiamerei l’attenzione su una parte del titolo che abbiamo dato quest’anno, “L’impegno per una cultura popolare”. La cultura, che come il Vangelo entra e si traduce in vita per il cristiano, è una cultura che entra nella vita del popolo, entra raccogliendone gli aspetti più importanti della storia di un popolo e apre il popolo al futuro. Quindi, non cultura come monopolio di pochi. Credo che questo sia stato il grande segno, il grande ruolo svolto da Armida Barelli: sollecitare il popolo italiano a dar vita a questa stupenda costruzione che è stata l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un’opera, però, che è stata possibile con la dedizione, la fede, la passione.

 
D. – Tra le sfide poste davanti all’Università Cattolica - e lo scrivono anche i vescovi italiani nel loro messaggio per la Giornata - c’è quella di formare un numero sempre più elevato di giovani, ma nello stesso tempo di mantenere un’offerta di alta qualità. Come rispondete a questa doppia esigenza?

 
R. – Credo che quantità e qualità sia il grande problema che hanno davanti tutti gli atenei, ma che ha davanti in modo particolare l’ateneo dei cattolici italiani. Come cerchiamo di conciliare? Facendo in modo che la nostra formazione sia non soltanto una formazione professionale, ma sia davvero una formazione nel senso più bello dell’educazione. Questo è possibile, quando ci rendiamo davvero conto che il centro dell’Università è la persona, la singola persona irripetibile, diversa dalle altre, che ha delle sue esigenze. Questo credo sia davvero il modo in cui la quantità, che tende magari ad omologare, diventa conciliabile o si eleva alla qualità del singolo.

 
D. - A proposito di qualità, l’Università Cattolica intende formare la classe dirigente del domani. Ma quale modello di leader sottende i suoi insegnamenti?

 
R. - Direi proprio, in questo caso, che prendere Armida Barelli come modello significhi indicare quale debba essere la direzione nella formazione della classe dirigente futura. Un leader, un protagonista della vita collettiva, della vita di un popolo, deve appunto avere dedizione, fede e passione. Questo credo sia il modello cui tendere, con a fianco sempre un senso alto della responsabilità.

 
D. - C’è la necessità di stare al passo con i tempi. Quali percorsi l’ateneo cattolico ha avviato sui temi più nuovi e cruciali oggi, proprio per contribuire allo sviluppo dell’uomo, in senso integrale?

 
R. - L’Università Cattolica ha cercato di innovare il più possibile, anche attraverso strutture di ricerca e di formazione, dedicate specificatamente ad alcuni temi, quelli maggiormente legati oggi alle finalità istituzionali dell’Ateneo, con centri per la famiglia, per la bioetica, per la dottrina sociale, per la solidarietà internazionale. Qual è il punto? E perché centri di ateneo? Perché raccolgono e condensano tutte le varie discipline che vengono insegnate nella nostra università. Quindi, sono strutture pluridisciplinarie, perché oggi è davvero impossibile parlare di Dottrina sociale senza tener conto di cosa siano i diritti umani o essere all’avanguardia nella promozione della famiglia, se non teniamo conto, oltre che degli aspetti psicologici, pedagogici, anche del diritto della famiglia o degli aspetti economici. Credo che questo sia uno degli sforzi più importanti, in questi anni, del nostro ateneo.

 
D. - Non solo didattica, ma anche accoglienza, all’Università Cattolica. I collegi universitari riescono oggi ad offrire ai giovani la possibilità di sperimentare il dialogo culturale che l’Università persegue?

 
R. - I collegi, nella sede milanese, nella sede romana, nel collegio di Piacenza, sono sempre stati una punta di diamante del progetto educativo del nostro ateneo. Il collegio è davvero il luogo dove noi dobbiamo cercare di formare quella futura classe dirigente. Molto spesso oggi vediamo tentativi di costruire i cosiddetti collegi di eccellenza. L’Università Cattolica di questi collegi ha sempre fruito, li ha sempre incrementati, perché è lì dove il progetto educativo dell’Università Cattolica prende forma.

 
D. - In occasione della Giornata dell’Università Cattolica in tutte le chiese, nell parrocchie, viene ricordata appunto l’Università. Ma come possono le comunità cristiane sostenere in modo efficace questa istituzione? Se lei vuole anche approfittare per rivolgersi proprio a loro...

 
R. - Tradizionalmente, questa è la giornata in cui il credente italiano offre un piccolo obolo per l’Università Cattolica. Conosciamo le difficoltà crescenti: però, anche un piccolo gesto è testimonianza di un rapporto di amicizia e la consapevolezza che appunto l’Università Cattolica, lavorando in stretta sintonia con il progetto culturale della Chiesa italiana è una parte importante della Chiesa italiana. Allora, forse la richiesta più generale è la richiesta davvero a tutti i cattolici italiani di manifestare la loro amicizia verso la nostra istituzione, perchè l’amicizia ci è di sostegno e di incoraggiamento.

 
In occasione della Giornata dell'Università Cattolica, è stata inaugurata ieri a Milano anche la Mostra dell'Osservatore Romano, curata da due redattori del quotidiano della Santa Sede, Raffaele Alessandrini e Gianluca Biccini. L'esposizione, aperta per tutto il mese di aprile nella sede della Cattolica ambrosiana, ospitata dalla Fondazione Giuseppe Toniolo, permetterà ai visitatori di ripercorrere 147 anni di storia attraverso le pagine del giornale del Papa, con articoli e foto d'epoca, dal 1861 - data di fondazione dell'Osservatore - ad oggi.







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