Benedetto XVI al "Regina Caeli": come per i discepoli di Emmaus, la fede va irrobustita
ogni giorno non con parole umane ma con la Parola di Dio e l’Eucaristia
Riscoprire in Gesù il “compagno di viaggio” della propria esistenza, l’unico che sa
riaccendere nel cuore “il calore della fede e della speranza”, spento talvolta dalle
“esperienze negative della vita”. E’ l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto dal
Vangelo dei discepoli di Emmaus, proclamato oggi dalla liturgia della terza domenica
di Pasqua. Il Papa ne ha parlato alla preghiera del Regina Caeli in Piazza
San Pietro, salutando al termine i partecipanti al primo Congresso apostolico della
Misericordia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Le vicende
dure della vita possono mettere a dura prova anche la fede più solida, che può entrare
in crisi e indurre in chi patisce questo stato di cose un senso di tradimento da parte
di Dio. Può accadere a duemila anni distanza dalla Risurrezione di Cristo, così come
a poche ore da quell’evento. I discepoli di Emmaus che tornano sconsolati al proprio
villaggio, dopo aver assistito alla morte di Gesù ma anche dopo aver appreso la notizia
della sua Risurrezione che in essi si limita al dato di fatto del sepolcro vuoto,
sono due uomini delusi, che vedono in Gesù di Nazaret che un grande profeta costretto
al fallimento. “Noi speravamo”, dicono a quello straniero che gli si è affiancato
e che non hanno riconosciuto. E quel “verbo al passato - ha commentato il Papa - dice
tutto”:
“Questo dramma dei discepoli di Emmaus
appare come uno specchio della situazione di molti cristiani del nostro tempo. Sembra
che la speranza della fede sia fallita. La stessa fede entra in crisi a causa di esperienze
negative che ci fanno sentire abbandonati dal Signore. Ma questa strada per Emmaus,
sulla quale camminiamo, può divenire via di una purificazione e maturazione del nostro
credere in Dio (...) E così l’incontro con Cristo Risorto, che è possibile anche oggi,
ci dona una fede più profonda e autentica, temprata, per così dire, attraverso il
fuoco dell’evento pasquale; una fede robusta perché si nutre non di idee umane, ma
della Parola di Dio e della sua presenza reale nell’Eucaristia". La
località di Emmaus, aveva osservato poco prima Benedetto VXI, “non è stata identificata
con certezza”. Vi sono diverse ipotesi, e questo - ha soggiunto - “non è privo di
una sua suggestione, perché ci lascia pensare che Emmaus rappresenti in realtà ogni
luogo”:
“La strada che vi conduce è il cammino
di ogni cristiano, anzi, di ogni uomo. Sulle nostre strade Gesù risorto si fa compagno
di viaggio, per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza
e spezzare il pane della vita eterna”. Il
Papa ha terminato la riflessione rilevando come nel testo del Vangelo di Emmaus sia
celata in realtà la “struttura” della Messa, con l’iniziale ascolto della Parola cui
segue la liturgia eucaristica. E subito dopo la recita della preghiera del Regina
Caeli, Benedetto XVI ha rivolto questo saluto ai partecipanti al primo Congresso
della Divina Misericordia, concluso stamattina:
“Ringrazio
gli organizzatori, in particolare il Vicariato di Roma, e a tutti i partecipanti rivolgo
il mio cordiale saluto, che diventa ora unna consegna: andate e siate testimoni della
misericordia di Dio, sorgente di speranza per ogni uomo e per il mondo intero. Il
Signore risorto sia sempre con voi!”. Il
Pontefice ha salutato, tra gli altri, i gruppi presenti in Piazza San Pietro in occasione
della Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, "nel ricordo - ha
detto - della Serva di Dio Armida Barelli, co-fondatrice dell’Ateneo insieme con Padre
Gemelli e grande animatrice della gioventù femminile di Azione Cattolica nella prima
metà del secolo scorso". “Auspico - ha aggiunto - che l’odierna ricorrenza contribuisca
a rinnovare l’impegno di questa importante istituzione per una cultura popolare cattolica”.
Un saluto e un apprezzamento di Benedetto XVi sono andati anche ai membri del Movimento
dei Focolari impegnati come catechisti nelle parrocchie.