2008-04-06 15:12:30

Aborto e divorzio, drammi dai risvolti umani e sociali spesso dissimulati da certa ideologia: la testimonianza di esperti, dopo il Congresso "L'Olio sulle ferite"


La misericordia e il perdono del Padre attendono quanti si aprono “con umiltà e fiducia al pentimento”. Queste le parole rivolte ieri da Benedetto XVI agli uomini e alle donne segnati dalle piaghe del divorzio o dell’aborto procurato, durante l'udienza ai partecipanti al Congresso internazionale “L’Olio sulle ferite”. I lavori si sono poi conclusi presso la Pontificia Università Lateranense. Ce ne parla Silvia Gusmano:RealAudioMP3


Ferite profonde, eppure spesso sottovalutate o dimenticate dalla società contemporanea. A causarle, il divorzio dei propri genitori o un aborto procurato. Il Congresso, promosso dall’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, ha voluto richiamare l’attenzione su questo dramma esteso e silenzioso, incoraggiando, anche all’interno della Chiesa un atteggiamento di ascolto e riflessione. Tema principale della sessione dedicata all’aborto “Le conseguenze nascoste”, così spiegate dalla Maria Luisa di Pietro, presidente dell’Associazione Scienza e Vita:

 
"L’esperienza dell’aborto lascia una ferita profonda nella donna, che si manifesta in modo diverso: dai disturbi dell’umore, disturbi del sonno, disturbi di tipo relazionale. Molte volte, anche a livello inconscio, si possono attivare dei sentimenti di risentimento nei confronti di chi non l’ha aiutata ad evitare questo tipo di scelta e di chi non l'ha sostenuta fino in fondo. Diciamo che si fa finta di non sapere che ci sono queste conseguenze e si continua a predicare l’aborto come una scelta di autodeterminazione da parte della donna".

 
Ma come combattere questa mentalità e limitare il ricorso alla pratica dell’aborto? Ancora Di Pietro:

 
"Attraverso un’educazione adeguata sia alla sessualità e sia al senso del procreare umano. Poi, occorre un intervento di aiuto e di sostegno alle donne, di rimozione delle cause che possono portare all’aborto, cercando appunto di assumere ciascuno la propria responsabilità".

 
Eppure, la società tende a ignorare quello che ieri Benedetto XVI ha definito il “grido di aiuto” di queste persone, non riconoscendo la loro sofferenza, non alleviandola. Il divorzio, in alcuni casi, è ritenuto addirittura un’esperienza fortificante per i figli, una scelta che, se ben gestita, non si differenzia da tante altre a cui la vita ci obbliga. Così Raffaella Iafrate, del Centro studi sulla Famiglia di Milano:

 
"Diciamo che il divorzio rappresenta uno dei temi più soggetti ad una visione un po’ ideologizzata della famiglia, per cui noi abbiamo una grande parte della letteratura che insiste che i figli del divorzio in fondo non stanno peggio degli altri, se si crea un clima quanto meno di rispetto reciproco. Sicuramente, è una prospettiva che molte volte viene diffusa a livello culturale, sociale, dai media e da un certo filone di pubblicazioni. Ma per chi lavora con la realtà diretta - e parlo in particolare di una prospettiva clinica, piuttosto che di un incontro diretto con le famiglie, e con i bambini in particolare - questa prospettiva viene francamente disconfermata".

 
Anche nel caso del divorzio, infatti, le conseguenze per i figli possono essere molto profonde. Ancora Raffaella Iafrate:

"Diffidenza, paura del futuro, difficoltà ad impostare la loro vita affettiva e professionale, rischiando peraltro di avere dei comportamenti polarizzati: o di completo rifiuto di esperienze adulte, quindi di scelte affettive o professionali definitive, oppure di precocissime esperienze molte volte poco riflettute, che sembrano quasi volere essere un riscatto delle esperienze non vissute a livello di famiglia".

 
Conseguenze durature dunque, spesso nascoste, come quelle dell’aborto, mai indolori che - hanno sottolineato tutti i relatori al Congresso - possono sanarsi solo attraverso il perdono. Il perdono di se stessi e, come ha detto il Papa, la Riconciliazione con Dio.







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