Aborto e divorzio, drammi dai risvolti umani e sociali spesso dissimulati da certa
ideologia: la testimonianza di esperti, dopo il Congresso "L'Olio sulle ferite"
La misericordia e il perdono del Padre attendono quanti si aprono “con umiltà e fiducia
al pentimento”. Queste le parole rivolte ieri da Benedetto XVI agli uomini e alle
donne segnati dalle piaghe del divorzio o dell’aborto procurato, durante l'udienza
ai partecipanti al Congresso internazionale “L’Olio sulle ferite”. I lavori si sono
poi conclusi presso la Pontificia Università Lateranense. Ce ne parla Silvia Gusmano:
Ferite
profonde, eppure spesso sottovalutate o dimenticate dalla società contemporanea. A
causarle, il divorzio dei propri genitori o un aborto procurato. Il Congresso, promosso
dall’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, ha voluto richiamare
l’attenzione su questo dramma esteso e silenzioso, incoraggiando, anche all’interno
della Chiesa un atteggiamento di ascolto e riflessione. Tema principale della sessione
dedicata all’aborto “Le conseguenze nascoste”, così spiegate dalla Maria
Luisa di Pietro, presidente dell’Associazione Scienza e Vita:
"L’esperienza
dell’aborto lascia una ferita profonda nella donna, che si manifesta in modo diverso:
dai disturbi dell’umore, disturbi del sonno, disturbi di tipo relazionale. Molte volte,
anche a livello inconscio, si possono attivare dei sentimenti di risentimento nei
confronti di chi non l’ha aiutata ad evitare questo tipo di scelta e di chi non l'ha
sostenuta fino in fondo. Diciamo che si fa finta di non sapere che ci sono queste
conseguenze e si continua a predicare l’aborto come una scelta di autodeterminazione
da parte della donna".
Ma come combattere questa
mentalità e limitare il ricorso alla pratica dell’aborto? Ancora Di Pietro:
"Attraverso
un’educazione adeguata sia alla sessualità e sia al senso del procreare umano. Poi,
occorre un intervento di aiuto e di sostegno alle donne, di rimozione delle cause
che possono portare all’aborto, cercando appunto di assumere ciascuno la propria responsabilità".
Eppure,
la società tende a ignorare quello che ieri Benedetto XVI ha definito il “grido di
aiuto” di queste persone, non riconoscendo la loro sofferenza, non alleviandola. Il
divorzio, in alcuni casi, è ritenuto addirittura un’esperienza fortificante per i
figli, una scelta che, se ben gestita, non si differenzia da tante altre a cui la
vita ci obbliga. Così Raffaella Iafrate, del Centro studi sulla
Famiglia di Milano:
"Diciamo che il divorzio rappresenta
uno dei temi più soggetti ad una visione un po’ ideologizzata della famiglia, per
cui noi abbiamo una grande parte della letteratura che insiste che i figli del divorzio
in fondo non stanno peggio degli altri, se si crea un clima quanto meno di rispetto
reciproco.Sicuramente, è una prospettiva che molte volte viene diffusa
a livello culturale, sociale, dai media e da un certo filone di pubblicazioni. Ma
per chi lavora con la realtà diretta - e parlo in particolare di una prospettiva clinica,
piuttosto che di un incontro diretto con le famiglie, e con i bambini in particolare
- questa prospettiva viene francamente disconfermata".
Anche
nel caso del divorzio, infatti, le conseguenze per i figli possono essere molto profonde.
Ancora Raffaella Iafrate:
"Diffidenza, paura del
futuro, difficoltà ad impostare la loro vita affettiva e professionale, rischiando
peraltro di avere dei comportamenti polarizzati: o di completo rifiuto di esperienze
adulte, quindi di scelte affettive o professionali definitive, oppure di precocissime
esperienze molte volte poco riflettute, che sembrano quasi volere essere un riscatto
delle esperienze non vissute a livello di famiglia".
Conseguenze
durature dunque, spesso nascoste, come quelle dell’aborto, mai indolori che - hanno
sottolineato tutti i relatori al Congresso - possono sanarsi solo attraverso il perdono.
Il perdono di se stessi e, come ha detto il Papa, la Riconciliazione con Dio.