BENOÎTE-VAUX, 04apr08 – Circa 300 tra gitani, rom, nomadi, religiosi e sacerdoti si
sono radunati in Francia, a Benoîte-Vaux, per partecipare, da oggi fino a domenica,
al Congresso nazionale 2008 della Pastorale dei nomadi. Un incontro che permette di
“dare nuova linfa al lavoro dei rappresentanti pastorali e di riflettere su cosa fare
per evangelizzare i nomadi”, ha detto Padre Claude Dumas, cappellano nazionale della
Pastorale dei nomadi. Durante i tre giorni di lavori, i partecipanti si confronteranno
sul tema “Popolo nomade, abbi fede, Dio ti ama”. Il Congresso ha luogo ogni volta
in una regione diversa della Francia: una scelta, ha sottolineato Padre Dumas, dovuta
a due motivi: “Questo procedimento dà la possibilità di partecipare, almeno una volta
nella vita, alle famiglie che non possono spostarsi troppo lontano. Inoltre, il Congresso
raduna i diversi gruppi locali intorno al processo organizzativo, una fase che comporta
un grande lavoro, ma dalla quale nasce uno scambio che si protrae ben oltre il singolo
avvenimento”. D’altronde, già da qualche anno, alcuni congressi sono organizzati da
strutture non religiose: “Ciò ha permesso ai nomadi – ha sottolineato Padre Dumas
– di allacciare dei contatti inediti con le popolazioni stanziali, tra cui le comunità
cristiane locali, i servizi municipali…È ormai una costante che questi congressi permettano
l’incontro fra nomadi e stanziali e contribuiscano anche a far cadere qualcuno dei
pregiudizi di cui gli zingari sono vittime”. La cappellania dei nomadi è nata all’indomani
della seconda guerra mondiale dalla volontà di alcuni religiosi e laici, coscienti
della grande povertà in cui il conflitto aveva lasciato uomini e donne. All’inizio
degli anni ’60, questi incontri hanno preso la forma di sessioni nazionali. Fino al
1972, si sono quindi sviluppati, secondo un ritmo annuale, a Parigi o nelle zone limitrofe.
I congressi erano orientati alla conoscenza del mondo degli nomadii (fede, famiglia,
lavoro, scolarizzazione…) e si indirizzavano essenzialmente alle popolazioni stanziali:
i nomadi intervenivano solo come testimoni. Agli inizi degli anni ’70, la cappellania
dei nomadi è diventata movimento cattolico dei nomadi stessi. Oggi, la Pastorale dei
nomadi è una delle componenti del Servizio nazionale della Pastorale per i migranti
e gli itineranti. (Comunicato – PIRO)