Al via a Roma il Congresso promosso dalla Pontificia Università Lateranense sui traumi
dell'aborto e del divorzio
“L’olio sulle ferite. Una risposta alle piaghe dell’aborto e del divorzio”. Questo
il titolo del Congresso che si è aperto stamani a Roma, presso la Pontificia Università
Lateranense, e si concluderà domani pomeriggio dopo l’incontro dei partecipanti con
Benedetto XVI. Promotore dell’iniziativa, che coinvolge autorevoli esponenti del mondo
accademico internazionale, il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio
e Famiglia, in collaborazione con i Cavalieri di Colombo. Tema della mattinata, “I
figli del divorzio”. Il “divorzio buono”, teorizzato oggi in molte società occidentali,
non esiste, non per i figli almeno. Tutti i relatori intervenuti stamani sull’argomento
hanno contestato, infatti, la diffusa ipotesi che una bassa conflittualità tra i genitori
possa risparmiare ai figli le conseguenze dolorose della loro separazione. Il divorzio
è sempre un trauma e secondo alcune ricerche del Centro Studi sulla Famiglia esposte
dalla dottoressa Raffaella Iafrate, i suoi effetti non si registrano solo nell’immediato
attraverso comportamenti disturbati o stati d’animo quali depressione, ansia e mancanza
di autostima, ma anche nel lungo periodo, quando entrati nell’età adulta i figli di
divorziati possono avere difficoltà a mantenere relazioni durature e un lavoro stabile.
La rottura tra i propri genitori inoltre ha delle conseguenze anche sul piano della
vita spirituale. Come ha spiegato la ricercatrice Elizabeth Marquardt, questi adolescenti
tendono a staccarsi più dei loro coetanei dalle comunità religiose di appartenenza,
perdendo quindi un conforto, quello della fede, che potrebbe essergli di grande aiuto.
Va ricordato comunque, ha affermato la studiosa americana Joan Kelly, che il trauma
può essere fortemente ridotto se i genitori adottano alcuni accorgimenti, come evitare
i conflitti e i trasferimenti di città. Anche secondo padre Olivier Bonnewijn, dell’Istituto
teologico di Bruxelles, “il divorzio non è la fine di tutto” e i genitori possono
continuare la loro missione, purchè, come insegnano le Sacre Scritture, non dimentichino
il principio fondamentale della genitorialità: rispettare il figlio per quello che
è senza costringerlo a crescere in fretta. (A cura di Silvia Gusmano)