Regno Unito: creato un embrione ibrido umano-animale. Dallapiccola: un inutile mostro
biologico
Un inutile “mostro biologico”, “frutto di un esperimento sensazionalistico e provocatorio,
senza alcuna utilità scientifica”. Così il genetista Bruno Dallapiccola, presidente
dell'Associazione Scienza e Vita, commenta la notizia della creazione, in Gran Bretagna,
del primo embrione ibrido umano-animale, ottenuto iniettando il Dna prelevato dall'uomo
nell'ovulo "svuotato" di una mucca. L’embrione, sopravvissuto appena tre giorni, è
stato creato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Newcastle con il dichiarato
obbiettivo di creare cellule staminali per la cura di malattie incurabili. PaoloOndarza ha intervistato Bruno Dallapiccola:
R. -
Io personalmente ho dei dubbi sul significato biologico di esperimenti di questo tipo
nel senso che quando si creano dei mostri biologici, è sempre difficile poter capire
a che cosa servono soprattutto per quella filosofia della ricerca. Ora, partendo dal
presupposto che le cellule staminali embrionali fino ad oggi non hanno prodotto nessun
risultato di valenza terapeutica, io trovo una difficoltà biologica a comprendere
come ci possano essere dei risultati creando una mostruosità biologica nel senso che
faccio fatica a capire come una mostruosità biologica possa poi trovare una applicazione
nella sperimentazione dell’uomo. Questo dal punto di vista biologico. Ovviamente,
dal punto di vista etico, rimangono quelle ovvie perplessità che non può non avvertire
un qualunque medico quando si pensa di creare qualcosa contro natura, quindi naturalmente
una totale condanna anche se purtroppo siamo avvezzi a proposte di questo tipo perché
sapevamo da tempo che in Inghilterra era stato autorizzato questo tipo di sperimentazione.
D.
– Quindi non c’è alcuna certezza, alcuna fondatezza potremmo dire, che questo sperimento
possa aiutare nella ricerca di malattie incurabili?
R.
– L’approccio è così lontano dalla malattia di tipo incurabile che con difficoltà
posso capire qual è il tipo di messaggio, di conoscenza sulla cellula, sulla biologia
cellulare, che si vuole avere attraverso un prodotto che comunque è contro natura.