2008-04-03 15:34:09

Nelle Filippine l’arcivescovo di Davao ha criticato il piano di sviluppo cittadino per l’infanzia


La Chiesa di Davao, nelle Filippine, ha criticato il piano di sviluppo per i bambini, perché - afferma l’arcivescovo della città, mons. Fernando Cavalla, ripreso dall’Osservatore Romano – “non ha un adeguato orientamento morale per quanto concerne la crescita e l’educazione psicosessuale ed emotiva dei bambini, che deve edere il punto di partenze dei programmi che trattano le cosiddette questioni di salute riproduttiva”. In una dichiarazione pubblicata la domenica di Pasqua, il presule ha dichiarato che il programma non ha tenuto sufficientemente conto del ruolo dei genitori nell’adeguata cura dei bambini e renderebbe loro più difficile guidare i propri figli. L’arcivescovo ha sottolineato l’obiettivo del diritto di sopravvivenza indicato nel piano il quale prevede che “tutti i bambini avranno la stessa possibilità di crescita, assicurando che tutti abbiano pieno accesso ai servizi e alle informazioni accurate che promuovano gravidanze sicure e producano e alimentino bimbi sani”. Da qui l’interrogativo dell’arcivescovo: “Questo significa che tutti i bambini, dai zero ai diciotto anni, possono accedere pienamente a tutti i mezzi di controllo artificiali delle nascite, comprese le pillole considerate abortive, mimetizzate da cosiddette gravidanze sicure?”. E aggiunge: “Include anche l’esposizione immorale e insensibile di questi contraccettivi ovunque e in qualsiasi momento, di modo che siano accessibili ai bambini?”. E ancora: “La promozione delle gravidanze sicure comprende anche l’aborto?”. L’arcivescovo ha anche sottolineato che il provvedimento “promuove e incoraggia in modo acritico la promiscuità e i comportamenti sessuali non corretti fintanto che sono sicuri”. Il presule ha quindi raccomandato un attento discernimento ai legislatori al fine di aiutare i genitori a promuovere un’educazione dei bambini basata sulla castità, che rispetti l’integrità della sessualità umana e dei rapporti interpersonali. E poiché i bambini sono il futuro della società e della Chiesa locale, l’arcivescovo ha ricordato che ogni legislazione per il bene del bambino deve essere orientata alla famiglia e rispettosa del diritto dei genitori relativo al modo di crescere i propri figli e all’educazione degli stessi e dei loro sentimenti religiosi. Lo scorso 26 marzo il consiglio cittadino è giunto alla decisione di rimandare temporaneamente l’approvazione del provvedimento. Durante una riunione sono state affrontate le diverse preoccupazioni espresse dalla Chiesa e sono state indicate anche diverse modifiche da attuare per l’applicazione del piano. (E.B.)







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