Nelle Filippine l’arcivescovo di Davao ha criticato il piano di sviluppo cittadino
per l’infanzia
La Chiesa di Davao, nelle Filippine, ha criticato il piano di sviluppo per i bambini,
perché - afferma l’arcivescovo della città, mons. Fernando Cavalla, ripreso dall’Osservatore
Romano – “non ha un adeguato orientamento morale per quanto concerne la crescita e
l’educazione psicosessuale ed emotiva dei bambini, che deve edere il punto di partenze
dei programmi che trattano le cosiddette questioni di salute riproduttiva”. In una
dichiarazione pubblicata la domenica di Pasqua, il presule ha dichiarato che il programma
non ha tenuto sufficientemente conto del ruolo dei genitori nell’adeguata cura dei
bambini e renderebbe loro più difficile guidare i propri figli. L’arcivescovo ha sottolineato
l’obiettivo del diritto di sopravvivenza indicato nel piano il quale prevede che “tutti
i bambini avranno la stessa possibilità di crescita, assicurando che tutti abbiano
pieno accesso ai servizi e alle informazioni accurate che promuovano gravidanze sicure
e producano e alimentino bimbi sani”. Da qui l’interrogativo dell’arcivescovo: “Questo
significa che tutti i bambini, dai zero ai diciotto anni, possono accedere pienamente
a tutti i mezzi di controllo artificiali delle nascite, comprese le pillole considerate
abortive, mimetizzate da cosiddette gravidanze sicure?”. E aggiunge: “Include anche
l’esposizione immorale e insensibile di questi contraccettivi ovunque e in qualsiasi
momento, di modo che siano accessibili ai bambini?”. E ancora: “La promozione delle
gravidanze sicure comprende anche l’aborto?”. L’arcivescovo ha anche sottolineato
che il provvedimento “promuove e incoraggia in modo acritico la promiscuità e i comportamenti
sessuali non corretti fintanto che sono sicuri”. Il presule ha quindi raccomandato
un attento discernimento ai legislatori al fine di aiutare i genitori a promuovere
un’educazione dei bambini basata sulla castità, che rispetti l’integrità della sessualità
umana e dei rapporti interpersonali. E poiché i bambini sono il futuro della società
e della Chiesa locale, l’arcivescovo ha ricordato che ogni legislazione per il bene
del bambino deve essere orientata alla famiglia e rispettosa del diritto dei genitori
relativo al modo di crescere i propri figli e all’educazione degli stessi e dei loro
sentimenti religiosi. Lo scorso 26 marzo il consiglio cittadino è giunto alla decisione
di rimandare temporaneamente l’approvazione del provvedimento. Durante una riunione
sono state affrontate le diverse preoccupazioni espresse dalla Chiesa e sono state
indicate anche diverse modifiche da attuare per l’applicazione del piano. (E.B.)