Libano: i vescovi maroniti lanciano un nuovo allarme sulla necessità dell'unità per
superare la crisi politica ed economica
Fortemente preoccupati dalla interminabile crisi politica, che sta anche facendo degenerare
la situazione economica, i vescovi maroniti lanciano un nuovo forte invito alla ricerca
del bene comune, rinnovano il loro sostegno all’iniziativa di mediazione della Lega
Araba, ammoniscono contro i perduranti danni dell’emigrazione soprattutto giovanile
e denunciano le confische di terreni e di pozzi dei cristiani, che “alcuni gruppi”
stanno compiendo nella Bekaa e nel nord del Paese. E’ quanto si legge nel comunicato
finale emesso dai vescovi al termine della loro riunione mensile, tenutasi a Bkerke,
sotto la presidenza del patriarca, il cardinale Nasrallah Sfeir. Uno spiraglio, nella
gravità della situazione, è offerto dall'arcivescovo maronita di Beirut, mons Paul
Matar, che sta guidando un tentativo di dialogo tra le parti cristiane ed il patriarcato
maronita. Pur consapevole delle difficolta che continuano ad impedire il buon andamento
dell'iniziativa, egli ha espresso un cauto ottimismo ed ha rivelato ad AsiaNews la
possibilità di una riunione nelle prossime 48 ore, indicando il forte desiderio manifestato
da tutte le componenti cristiane, di riunirsi per studiare ed esaminare lo stato della
"Nostra Casa". La “anormalità” dell’assenza del Libano dal vertice della Lega Araba
è il punto di partenza del documento dei vescovi, che ne evidenzia il collegamento
con la crisi che impedisce al Paese di avere, da novembre, un capo dello Stato. A
tale proposito, i vescovi sottolineano che il vertice di Damasco “ha insistito sull’impegno
al rispetto dell’iniziativa araba per la soluzione della crisi libanese” e “chiedono
a tutte le parti, all’interno ed all’estero, di cooperare per il successo di tale
iniziativa”. “La difficile situazione che sta attraversando il Paese – si legge ancora
nel documento – impongono a tutti i libanesi di cooperare per trovare un'uscita dalla
crisi, alla quale bisogna far fronte con sangue freddo”. (R.P.)