2008-04-03 15:33:30

Le popolazioni dell’Amazzonia a Manaus discutono di clima mentre a Bangkok continua la conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici


I popoli dell’Amazzonia vogliono far sentire la loro voce nel dibattito globale su cambiamenti climatici e deforestazione. Prosegue infatti a Manaus, nell’Amazzonia brasiliana un incontro dei “Popoli della selva”, apertosi ieri. Secondo gli organizzatori dell’evento, riuniti nelle “Alianza de los pueblos de la selva”, le comunità native, preservando milioni di ettari di boschi aiutano a mitigare gli impatti delle emissioni nocive e hanno perciò diritto a una compensazione economica. Le conclusioni dell’incontro – riferisce l’agenzia Misna - che si chiuderà domani, intitolato “Cambiamenti climatici e popoli della selva: avanzando nel dibattito sulla riduzione delle emissioni e del degrado forestale e i diritti dei popoli indigeni e tradizionali”, saranno presentate alla riunione dell’organismo sussidiario di assistenza scientifica della Convenzione sul Clima dell’ONU, in programma a giugno a Bonn, in Germania. Intanto continua a Bangkok la conferenza Internazionale sul clima, alla quale partecipano i rappresentanti di 163 Paesi. Yvo de Boer, segretario esecutivo della “Framework convention on climate change” delle Nazioni Unite, sotto la cui egida si svolge l’incontro, ha dichiarato che è necessario impegnare risorse economiche per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contenere le emissioni di gas serra e affrontare le crisi prodotte dai cambiamenti climatici. La Repubblica popolare cinese ha proposto che le economie industrializzate più ricche stanzino lo 0,5% del prodotto interno lordo per aiutare gli altri Paesi ad adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici. A chiedere aiuto soprattutto le nazioni più esposte a tifoni e innalzamento del livello del mare (provocati dall’aumento delle temperature) come le isole del Pacifico, dell’Oceano Indiano e dei Carabi. Lo scorso dicembre, durante l’analoga conferenza ONU a Bali fu decisa la creazione di un fondo internazionale volontario presso le Nazioni Unite, con una disponibilità di soli 191 milioni di euro l’anno, da aumentare a circa un miliardo di euro in caso del raggiungimento dell’accordo sostitutivo del Protocollo di Kyoto in scadenza nel 2012. Tuttavia l’ONU stima che per affrontare adeguatamente i cambiamenti climatici sarebbero necessari non meno di 54 miliardi di euro l'anno. (V.V.)







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