2008-04-03 12:59:11

Essere testimoni di Cristo Risorto per portare pace e speranza nel mondo: l'invito del Papa nell’intenzione di preghiera per il mese di aprile. Con noi, Chiara Amirante


“Perché i cristiani, anche nelle situazioni difficili e complesse dell’odierna società, non si stanchino di proclamare con la loro vita che la Risurrezione di Cristo è sorgente di speranza e di pace”: è questa l’intenzione generale di preghiera del Papa per il mese d’aprile. Un’intenzione, dunque, incentrata sul Mistero pasquale. Nel servizio di Alessandro Gisotti, ricordiamo alcune riflessioni di Benedetto XVI sulla Risurrezione e sul valore della sua testimonianza:RealAudioMP3

La Risurrezione di Cristo è la “chiave di volta del cristianesimo”, che “ha cambiato il corso della storia”: nell’udienza del 26 marzo scorso, la prima dopo Pasqua, Benedetto XVI ha esortato i fedeli a ribadire questa verità fondamentale della nostra fede. “L’affievolirsi della fede nella risurrezione di Gesù – è il suo richiamo – rende di conseguenza debole la testimonianza dei credenti. Se infatti viene meno nella Chiesa la fede nella Risurrezione, tutto si ferma, tutto si sfalda”:

 
“Al contrario, l’adesione del cuore e della mente a Cristo morto e risuscitato cambia la vita e illumina l’intera esistenza delle persone e dei popoli. Non è forse la certezza che Cristo è risorto a imprimere coraggio, audacia profetica e perseveranza ai martiri di ogni epoca? Non è l’incontro con Gesù vivo a convertire e ad affascinare tanti uomini e donne, che fin dagli inizi del cristianesimo continuano a lasciare tutto per seguirlo e mettere la propria vita a servizio del Vangelo?”

 
Tornando con la memoria all’ottobre 2006, il Papa dedica al tema fondamentale della Risurrezione e della sua testimonianza il discorso al Convegno nazionale della Chiesa italiana, a Verona. Con la Risurrezione di Cristo, afferma in quell’occasione, “il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande, nel quale il mio io c’è di nuovo, ma trasformato”. Diventiamo così “uno in Cristo, un unico soggetto nuovo”:

 
"Io, ma non più io: è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula della novità cristiana chiamata a trasformare il mondo. Qui sta la nostra gioia pasquale".

Benedetto XVI ci ricorda che “la nostra vocazione e il nostro compito di cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo”: 

 
“Siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini nuovi, per poter essere veri testimoni del Risorto e in tal modo portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo, in concreto, in quella comunità di uomini e di donne entro la quale viviamo”.

 
La Risurrezione di Gesù, spiega il Papa con parole appassionate, è stata come “un'esplosione di luce, un'esplosione dell'amore che scioglie le catene del peccato e della morte”. E’ un avvenimento, rileva, che ha “inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé”.

Benedetto XVI ci invita, dunque, ad essere testimoni di Cristo Risorto e promotori di pace e speranza. Esortazione sulla quale si sofferma Chiara Amirante, fondatrice della Comunità “Nuovi Orizzonti”, intervistata da Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


R. – Credo che sia assolutamente un’urgenza prioritaria quella di essere testimoni di Cristo risorto speranza del mondo, proprio perchè come Comunità Nuovi Orizzonti abbiamo l’opportunità di incontrare migliaia di giovani. Ci rendiamo conto che se c’è un male oggi che accomuna la maggior parte dei giovani è proprio questa tristezza, questa solitudine. Quindi, l’annuncio, la grande meravigliosa notizia è che Gesù ha preso su di sé ogni nostro grido, ogni nostra ferita, ogni nostra angoscia per farci dono della pace, della gioia, della pienezza della vita e della gioia della Risurrezione. Credo sia un annuncio assolutamente importante e una testimonianza, soprattutto, assolutamente importante, perché i giovani oggi sono un po’ stanchi di sentire parole e hanno bisogno di testimoni. Quando vedono qualcuno nella gioia dicono: “Qual è il segreto?” Scoprire che il segreto ce l’ha dato proprio il Verbo di Dio, che si è fatto carne, è molto importante.

 
D. – Il Papa fin dalla sua prima Enciclica “Deus caritas est” ha sottolineato che il cristianesimo è un incontro con una persona, con Gesù. Come sperimentate questo incontro con le persone che vengono a Nuovi Orizzonti, o meglio che molto spesso voi andate a trovare nelle situazioni più difficili della nostra società?

 
R. – Il più delle volte sono persone non credenti, persone lontane dalla Chiesa. La proposta che facciamo è molto semplice, è una testimonianza di un incontro che ci ha cambiato la vita. Quello che proponiamo ai giovani che vengono in comunità è che non è importante se tu credi che Cristo è il Verbo di Dio: l’Emanuele, il Dio con noi, in ogni caso è una persona che ha segnato la storia di miliardi di persone e quindi il suo messaggio è sicuramente molto importante. Noi proponiamo semplicemente di provare a vivere queste parole rivoluzionarie che lui ci ha consegnato, provare a vivere il Vangelo. E vediamo che tantissimi, provando ad aprire il cuore a Gesù, fanno questa esperienza dei discepoli di Emmaus, di incontrare il Risorto, che quando gli apri il cuore non può che riempire la tua vita dei meravigliosi colori del cielo, trasformare ogni pianto in canto.

 
D. – Ma quali sono le difficoltà maggiori nel testimoniare la risurrezione di Cristo con un cambiamento radicale della propria vita?

 
R. – Le difficoltà maggiori sono che normalmente chi è disperato e ha perso la fiducia in tutto e tutti non è facile che riacquisti la speranza e la fiducia. Il più delle volte è il percorrere un tratto di strada insieme che rende credibile quello che all’inizio sembrava incredibile. Non sono tanto le parole che convincono, ma lo sperimentare ogni giorno che c’è qualcuno pronto ad accoglierti così come sei, con tutte le tue difficoltà, a volerti bene così come sei. In quel sentirsi accolti, sentirsi amati, la sfiducia il più delle volte si trasforma in fiducia e soprattutto l’esperienza di ciò che è stato condiviso e comunicato assume la sua credibilità.







All the contents on this site are copyrighted ©.