2008-04-03 13:05:54

Alla veglia dei giovani, nelle Grotte Vaticane, Giovanni Paolo II ricordato come testimone di Gesù Crocifisso e Risorto


Il segreto della vita e della testimonianza di Giovanni Paolo II era la certezza profonda dell’unione con Dio in Gesù Cristo: è quanto ha spiegato ieri sera il cardinale vicario Camillo Ruini, che nelle Grotte Vaticane ha presieduto la veglia di preghiera dei giovani in memoria di Papa Wojtyla. Davanti la Tomba del Pontefice scomparso tre anni fa hanno pregato anche il cardinale Angelo Comastri e il cardinale Stanislao Dziwisz. Il porporato ha affidato a Giovanni Paolo II le inquietudini degli uomini e in particolare quelle dei giovani ricordando quelli che hanno seguito la veglia dalla cappella dell’Episcopio dell’arcivescovado di Cracovia. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3


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Centinaia di piccole luci hanno rischiarato ieri sera Piazza San Pietro, dove in tanti hanno voluto ricordare Giovanni Paolo II, mentre nei megaschermi scorrevano le immagini della sua Tomba. E ai giovani, in particolare, è andato il pensiero del cardinale Camillo Ruini, quelle sentinelle del mattino alle quali Papa Wojtyla ha affidato il Terzo Millennio. A loro il porporato ha detto:

 
“Se volete che questa gioia della vostra vita possiate sentirla e possiate amarla come qualcosa che non sfugge, che non evapora, non sbiadisce e soprattutto non tradisce, chiedete al Signore che vi faccia comprendere che questa vita è il frutto dell’amore che Dio ha per noi, non è un cieco destino, e perciò questa vita non si interrompe e non finisce con la morte perché l’amore di Dio è fedele ed è l’unico amore più forte della morte”.

A tracciare il percorso della vita di Giovanni Paolo II è stato il cardinale Angelo Comastri che così ne ha sintetizzato la figura:

“E’ stato un meraviglioso testimone di Gesù crocifisso e risorto, la sua vita è stata un messaggio, è stata un annuncio … In questo sfacelo del corpo è apparso chiaro a tutti che un’altra vita pulsava in Giovanni Paolo II: era la vita di Gesù crocifisso e risorto”.

Nelle sue riflessioni il porporato ha descritto il modo straordinario con il quale Papa Wojtyla ha tradotto il comandamento di Gesù di annunciare il Vangelo, ha spiegato che attraverso le numerose beatificazioni e canonizzazioni del suo pontificato ha voluto far vedere al mondo l’opera continua dello Spirito Santo, invitando tutti alla santità. Nel momento esatto in cui Giovanni Paolo II ha raggiunto la casa del Padre, poi, il cardinale Comastri ha invitato al silenzio, quindi ha aggiunto:

“Totus tuus: egli era totalmente di Maria per essere totalmente di Gesù. Giovanni Paolo II ci ha fatto riscoprire la presenza di Maria nella pagine del Vangelo … Maria è presente nella Chiesa per educarci al sì, come spesso ripete, anche Papa Benedetto XVI. Maria è la grande educatrice della nostra fede”.

Infine il porporato ha affermato che “consegnarsi a Maria è il modo più sicuro per arrivare a Gesù” e che per questo Giovanni Paolo II ha voluto consacrare il mondo, e in particolare la Russia, alla Vergine. Al termine della veglia ha parlato invece ai giovani il cardinale Stanislao Dziwisz:

“Siete le sentinelle del mattino, gioventù che annuncia il nuovo giorno, una nuova stagione, piena di sole, piena di bontà; siete la generazione di Giovanni Paolo II, che ha il compito della nuova evangelizzazione”.

Poi il porporato si è rivolto idealmente al Pontefice del quale per anni è stato segretario, prima in italiano, quindi in polacco, per salutare i giovani riuniti in preghiera a Cracovia:

“Dopo tre anni, possiamo dire, tu non ci hai lasciato mai … Pensiamo al tuo insegnamento, all’esempio della tua vita che continua a parlare alle nostre coscienze. A Castel Gandolfo, il tuo successore, Benedetto XVI, ha ricordato un aspetto centrale del tuo pontificato, ti ha chiamato apostolo della Divina Misericordia. Santo Padre, desideriamo intraprendere la tua eredità, proseguire il programma della nuova evangelizzazione; desideriamo proclamare la sacralità della vità e la santità della famiglia, del matrimonio”.

 
Nel nome di Gesù, ha concluso il porporato, vogliamo essere dalla parte dei poveri, degli umili, ma anche dei perseguitati a causa della giustizia o della religione. E proprio nel nome di Cristo, ha detto il cardinale Dziwisz, migliaia di ragazzi si raduneranno questa estate a Sydney per la Giornata Mondiale della Gioventù voluta da Giovanni Paolo II per far sperimentare alle giovani generazioni la gioia del cristianesimo.

 
(canto)







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