2008-03-31 15:52:53

Elezioni in Zimbabwe: l'opposizione denuncia brogli


Arrivano i primi risultati del voto in Zimbabwe, mentre resta l’attesa per le presidenziali nelle quali Mugabe si è presentato per ottenere un sesto mandato. La polizia in assetto antisommossa è dispiegata per le strade della capitale. Il servizio di Giulio Albanese: RealAudioMP3

La Commissione elettorale dello Zimbabwe ha diffuso stamani i primi risultati parziali delle elezioni generali di sabato, limitati però a 6 dei 210 seggi dell’assemblea. Di questi, tre sono andati al partito al potere Zanu-Pf, mentre l’altra metà al principale partito di opposizione, il Movimento per il cambiamento democratico. Il ritardo nella diffusione dei dati sta naturalmente scatenando le dure accuse di brogli da parte proprio dell’opposizione, che sostiene di aver stravinto le elezioni. In effetti, stando a fonti della società civile, l’intera macchina elettorale sarebbe ostaggio del capo di Stato uscente, Robert Mugabe, e dunque, a meno di un miracolo, è probabile che proprio Mugabe si riconfermi alla massima carica dello Stato. D’altronde, la legislazione draconiana, messa a punto dal regime, ha praticamente soppresso la libertà d’espressione e associazione, innescando peraltro un clima di terrore nei confronti soprattutto di chi si opponga all’oligarchia dominante. Una cosa è certa, la politica di Mugabe ha finora prodotto disastri economici a non finire: dall’inflazione al 150 mila per cento, alla disoccupazione ben oltre la soglia dell’80 per cento, mentre il potere d’acquisto dei salari è deprezzato del 90 per cento. Nel Paese scarseggiano cibo, carburante, trasporti ed elettricità, e il prodotto interno lordo, dal 2000 ad oggi, ha segnato un meno 50 per cento, mentre l’aspettativa di vita è bassissima: 37 per gli uomini, 34 per le donne. Certo, tutti sanno che l’agognata riforma agraria dopo anni di colonialismo andava realizzata nello Zimbabwe, ma non certo con le modalità degli espropri ideati da Mugabe, che hanno paralizzato di fatto la produzione agricola. Intanto, in sede internazionale non sono pochi ad interrogarsi su quelle che potranno essere le reali conseguenze del voto di sabato scorso, temendo il ricorso alla violenza sulla scia di quanto accaduto in Kenya nelle elezioni del 27 dicembre scorso. (Per la Radio vaticana, Giulio Albanese)









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