La Beatificazione di Celestina della Madre di Dio: la ricorda suor Germana Filippi
Farmar
Come ha ricordato il Papa, oggi a Firenze, verrà proclamata Beata Celestina della
Madre di Dio, al secolo Maria Anna Donati, fondatrice della Congregazione delle Povere
Figlie di San Giuseppe Calasanzio, morta nel 1925. In rappresentanza del Santo Padre,
presiederà la cerimonia, che si svolgerà nella splendida cattedrale di Santa Maria
del Fiore, sotto la cupola del Brunelleschi, alle 15:30, il cardinale José Saraiva
Martìns, prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Presente anche l’arcivescovo
del capoluogo toscano, il cardinale Ennio Antonelli.
La nuova Beata era nata
il 26 Ottobre 1848 – 160 anni or sono - a San Lorenzo di Marrani, in provincia di
Firenze, ultima di sei figli. Fu battezzata il giorno dopo nella chiesa arcipretale
di San Lorenzo con il nome di Maria Anna. Viveva in un ambiente spiritualmente, culturalmente
e socialmente adeguato. Ma giovinezza, salute, intelligenza, simpatia, e un patrimonio
economico non trascurabile, a lei non bastavano. Cercava in se stessa, attorno a
sé, finché ad innamorarla totalmente di Dio incontrò a Firenze mons. Celestino Zini,
eminente religioso scolopio, valido direttore spirituale di anime, che le indicò il
volto umano e appassionato di Gesù.
Tuttavia, fu solo quando aveva 41 anni
che, superate le difficoltà che le venivano dal padre, nel 1889 con altre quattro
sue compagne poté realizzare il progetto a cui si sentiva chiamata da Dio: consacrarsi
totalmente al Signore e dedicarsi al servizio delle bambine più povere e bisognose
di cure. Seguendo gli ideali educativi e la spiritualità di San Giuseppe Calasanzio,
chiamò la nuova aggregazione di donne che si erano unite attorno a lei ‘Figlie povere
di San Giuseppe Calasanzio’, che oggi tutti chiamano semplicemente ‘Calasanziane’,
con il compito di prendersi cura delle figlie e poi anche dei figli dei detenuti.
Da
allora il cammino di Celestina Donati è stato lungo: partito da Firenze, dopo scambi
di consigli con i Padri Scolopi e con l’avvocato Bartolo Longo, oggi Beato, che già
si occupava dei figli dei detenuti a Pompei, varie case furono aperte in Italia e
una anche a Roma, dopo un'udienza incoraggiante con Papa Pio XI. Eminenti personalità
religiose e laiche aiutarono suor Celestina ovunque era una casa delle Suore calasanziane.
La Fondatrice non vide nascere personalmente le nuove missioni di Salvador Bahia in
Brasile, di Carei in Romania, di Tola in Nicaragua, dove si è poi esteso l’Istituto.
Celestina Donati morì a Firenze il 18 marzo 1925; una decina d’anni dopo si
cominciò ad istruire la Causa per la sua Beatificazione e il 6 aprile 1998 venne proclamata
l’eroicità delle virtù. Oggi la sua elevazione all’onore degli altari.
Giovanni
Peduto ha chiesto alla superiora generale dell’Istituto, suor Germana Filippi
Farmar, di presentarci un profilo della Beata e il suo carisma …
R. -
La sua infanzia e giovinezza trascorsero in un ambiente familiare sereno, benestante,
virtuoso. Qui ebbe i primi esempi di solidarietà verso i più bisognosi. Per gli impegni
lavorativi del padre si trasferì da Marrani a Cortona, a Montepulciano e poi definitivamente
a Firenze dove, giovanetta, avendo come suo direttore spirituale padre Celestino Zini,
seguì sempre più seriamente le vie dello Spirito: nei momenti di silenzio e preghiera
avvertì ogni giorno di più la chiamata a seguire Gesù consacrando la sua vita al suo
servizio. Nella sua spiritualità tipicamente calasanziana seppe unire contemplazione
e azione. Volle che noi sue figlie, vivessimo “…attendate all’ombra del tabernacolo”
testimoniando nell’azione educativa, con gioia, amore e tenerezza, il gesto evangelico
di Gesù che accoglie, abbraccia e benedice i bambini. Così Lei ha speso la sua vita,
facendo del bene e occupandosi specialmente delle figlie dei detenuti e dell’infanzia
sofferente per carenza di calore domestico: riconoscendo nei poveri l’immagine di
Gesù, s’effondeva in atti di benevolenza e carità con spirito di filiale abbandono
alla Provvidenza.
D. - Quale messaggio lascia al
mondo di oggi suor Celestina?
R. - Un invito a vivere
ogni giorno di più le significative esigenze della società odierna e della Chiesa.
Le nuove povertà che si avvertono nelle famiglie disadattate, per cui emerge l’urgenza
di una educazione sana ed equilibrata, autenticamente cristiana, ci sono di sprone
per vivere come Lei nello spirito di fede, nella passione per i poveri, nella ricerca
di un dialogo costruttivo con i ragazzi, con i giovani, con la gente, per una vita
personale, familiare, sociale sempre più rispondente al bene comune.
D.
- Dove siete presenti e quale contributo offrite alla Chiesa e al mondo?
R.
– Oggi siamo circa un centinaio. Ricche del nostro passato, viviamo il presente nella
speranza di costruire un nuovo futuro. Oltre che in Italia, la nostra missione educativa
si svolge dove avvertiamo forte il bisogno: nell’America Latina (Brasile e Nicaragua);
nell’Est Europeo (Romania); e con lo sguardo e il desiderio volto all’Africa, poiché
ci sono religiose congolesi che hanno raggiunto una buona preparazione e formazione
per iniziare una nuova missione, ovunque imitando la nostra Fondatrice nel suo ardente
amore a Dio e ai fratelli.