La Risurrezione di Gesù è un evento d'amore. Il Mistero pasquale si manifesti in ogni
parte del mondo, soprattutto nelle terre martoriate. Così il Papa nel messaggio pasquale
seguito dalla benedizione Urbi et Orbi
“Gesù Cristo è morto e risorto per tutti”: Egli è la nostra speranza che ha cambiato
il corso della storia, infondendo “un rinnovato senso e valore alla vita dell’uomo”.
In piazza San Pietro il Papa, di fronte ad una distesa di ombrelli colorati di migliaia
di fedeli accorsi a dispetto della pioggia sferzante, ha annunciato con queste parole
l’evento sorprendente della Risurrezione di Gesù. Durante il messaggio pasquale seguito
dalla benedizione Urbi et Orbi (alla città e al mondo) e pronunciato dopo la Santa
Messa presieduta sul sagrato della Basilica, Benedetto XVI ha anche auspicato che
il Mistero pasquale si manifesti in ciascuno di noi e, specialmente, in regioni martoriate
come il Darfur, la Somalia, l’Iraq, il Libano, la Terra Santa ed il Tibet. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
(canto)
"Χριστός
ανέστη" Cristo è risorto ed è Gesù crocifisso e risorto – afferma
Benedetto XVI – che ci ripete oggi questo annuncio di gioia:
“Resurrexi,
et adhuc tecum sum”
“Sono risorto e sono ancora e sempre
con te”. In queste parole - spiega il Papa - la Chiesa riconosce la voce stessa di
Gesù che, risorgendo, si rivolge al Padre:
“Nella solenne veglia di Pasqua
le tenebre diventano luce, la notte cede il passo al giorno che non conosce tramonto.
La morte e Risurrezione del Verbo di Dio incarnato è un evento di amore insuperabile,
è la vittoria dell'Amore che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte.
Ha cambiato il corso della storia, infondendo un indelebile e rinnovato senso e valore
alla vita dell'uomo”.
Le parole “Sono ancora e sempre con te” – aggiunge
il Papa - sono un invito a “contemplare Cristo risorto, facendone risuonare nel nostro
cuore la voce” e riguardano anche noi “figli di Dio e coeredi di Cristo, se veramente
partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare alla sua gloria”:
“Grazie
alla morte e Risurrezione, il Signore dice anche a noi: Sono risorto e sono sempre
con te”.
L’odierna solennità – sottolinea Benedetto XVI – è un invito “a
seguire docilmente le orme dell’Agnello immolato per la nostra salvezza” e ad imitare
il Redentore “mite e umile di cuore”. Il mistero pasquale – aggiunge – è un appello
“a convertirci all’Amore”, rifiutando l’odio e l’egoismo. “L'evento sorprendente
della Risurrezione di Gesù - si legge nel messaggio pasquale - è essenzialmente un
evento d'amore: amore del Padre che consegna il Figlio per la salvezza del mondo;
amore del Figlio che si abbandona al volere del Padre per tutti noi; amore dello Spirito
che risuscita Gesù dai morti nel suo corpo trasfigurato”. Gesù risorto - prosegue
il Papa - “invia anche noi dappertutto come testimoni della sua speranza”:
“Fratelli
e sorelle cristiani di ogni parte del mondo, uomini e donne di animo sinceramente
aperto alla verità! Che nessuno chiuda il cuore all'onnipotenza di questo amore che
redime! Cristo è morto e risorto per tutti: Egli è la nostra speranza!”.
Benedetto
XVI esorta ad aprirsi con sincera fiducia a Cristo risorto, perché la forza rinnovatrice
del Mistero pasquale si manifesti in ogni parte del mondo, in particolare nelle regioni
africane del Darfur e della Somalia, in Medio Oriente e in Tibet. Fissando lo sguardo
dell’animo nelle piaghe gloriose del suo corpo trasfigurato – osserva il Santo Padre
- possiamo capire il senso e il valore della sofferenza”; possiamo lenire tante ferite
che continuano “ad insanguinare l’umanità anche ai nostri giorni”:
"Quante
volte le relazioni tra persona e persona, tra gruppo e gruppo, tra popolo e popolo,
invece che dall'amore, sono segnate dall'egoismo, dall'ingiustizia, dall'odio, dalla
violenza! Sono le piaghe dell'umanità, aperte e doloranti in ogni angolo del pianeta,
anche se spesso ignorate e talvolta volutamente nascoste, piaghe che straziano anime
e corpi di innumerevoli nostri fratelli e sorelle".
Le piaghe dell’umanità
– conclude il Papa – attendono di essere lenite dalle piaghe del Signore risorto e
dalla solidarietà di quanti spargono “segni luminosi di speranza nei luoghi insanguinati
dai conflitti e dovunque la dignità della persona umana continua ad essere vilipesa”.