Un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all'acqua potabile
Sono migliaia i bambini che muoiono ogni giorno in conseguenza delle pessime condizioni
igieniche dovute alla carenza d'acqua. E' quanto denuncia il segretario generale delle
Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in occasione dell'odierna Giornata mondiale dell'acqua.
Nel messaggio lanciato dalla campagna “Libera l’acqua, riconosci un diritto e portalo
a chi non ce l’ha”, presentata lo scorso 10 marzo a Roma dal Coordinamento di solidarietà
internazionale, si sottolinea anche che l’acqua è un bene comune e deve essere liberata
da ogni forma di mercificazione. Il servizio di Linda Giannattasio:
Sono
oltre un miliardo e mezzo le persone che non hanno accesso all’acqua potabile nel
mondo. Un diritto fondamentale negato ma anche una realtà che si può combattere, come
sottolinea Guido Barbera, presidente del CISPI e promotore della
campagna Libera l’acqua:
“Il problema dell’acqua
non è un problema solo legato a dei confini geografici, dove l’acqua c’è o dove l’acqua
non c’è. E’ un problema anche questo, ancora una volta, legato alla ricchezza. Anche
in Africa i ricchi hanno l’acqua. Per questo con la campagna stiamo realizzando 14
progetti in 13 Paesi del mondo, per portare l’acqua ad oltre 400 mila persone, come
testimonianza che, con l’impegno di tutti, possiamo accedere all’acqua, possiamo salvare
la vita di tante persone. Otto bambini muoiono ogni secondo a causa dell’assenza dell’acqua
o dell’acqua malsana. Sono troppi! Non possiamo permettercelo”.
Tra
le richieste del Coordinamento internazionale di solidarietà e cooperazione, anche
l’inserimento del diritto di accesso all’acqua tra i punti della Carta dei diritti
umani. Cinque le proposte concrete di cambiamento formulate dal CIPSI: tra queste,
la creazione di un’autorità mondiale dell’acqua, ma anche la formazione di comitati
locali di cittadini per la gestione di questo bene di tutti. Ma come realizzare questi
obiettivi? Riccardo Petrella, fondatore del Contratto mondiale
sull’acqua:
“Cessare di maltrattare, di violentare,
di abusare dell’acqua. Bisogna considerare che l’acqua rappresenta la vita, l’acqua
è sacra. Il primo passo fondamentale è la mobilitazione politica. Bisogna battersi,
dal punto di vista del cittadino, per cambiare e modificare l’attuale visione mercantile
produttivista e guerriera dell’acqua. Un secondo passo poi è intervenire presso le
istituzioni rappresentative, i parlamenti, affinché i parlamenti prendano delle leggi
che modifichino la concezione e la pratica attuale della politica dell’acqua nei nostri
Paesi, come per esempio cessare la privatizzazione e la liberalizzazione dei servizi
idrici, come se i servizi idrici fossero servizi finanziari”.