Si è già svolta questa mattina a Gerusalemme, in base alle norme stabilite dallo status
quo, la celebrazione pasquale della Resurrezione del Signore. Il servizio da Gerusalemme
di Sara Fornari:
Questa
mattina alle 6.30, insieme con i frati francescani e con i chierici, scortato dai
kawass, il coadiutore patriarcale, mons. Fouad Twal, ha fatto il suo ingresso nella
Basilica del Santo Sepolcro, dove ha presieduto la celebrazione pasquale della Resurrezione
del Signore. La celebrazione mattutina della Veglia di Pasqua, che può sembrare un'incongruenza
temporale rispetto agli usi della Chiesa, avviene al Santo Sepolcro per motivi di
status quo, cioè il regolamento che fissa turni e orari nella Basilica cuore della
cristianità (coabitata da greci ortodossi, latini e armeni). Una stranezza, ma anche
un felice primato, per cui proprio la Basilica della Resurrezione è stata la prima
delle chiese di Gerusalemme (e probabilmente anche del mondo) a celebrare la Madre
di tutte le Veglie, e a far risuonare il Preconio, l'antico inno che canta la vittoria
del Signore sulla morte e sul peccato.
Un'assemblea
raccolta e attenta, pellegrini e fedeli di tutte le lingue, ha partecipato alla solenne
liturgia - concelebrata da decine di sacerdoti - che con la proclamazione di 9 letture
in latino (secondo il Rito Romano), si è svolta tutta davanti all'Edicola, attorno
all'altare posto proprio davanti alla Tomba vuota. Ancora una volta stamattina, si
è fatta qui presente l'universalità della Chiesa, riunita in vigilante ed esultante
attesa, presso l'Anastasis, proprio là dove era il giardino che vide brillare la luce
della Resurrezione.
Moltissimi poi i pellegrini,
che insieme ai cristiani locali, hanno partecipato ieri mattina alla tradizionale
Via Crucis, che percorre la Via Dolorosa, attraversando la città vecchia e il suo
mercato. Ieri sera dopo l'ufficio vespertino, nella Basilica del Santo Sepolcro si
è svolta "la Processione funebre", una suggestiva commemorazione che ricorda le sacre
rappresentazioni medievali, e a cui partecipano fedeli e religiosi. Questo pio esercizio,
presenziato dal custode di Terra Santa, rievoca, proprio nel luogo dove si svolse,
la Deposizione e Sepoltura di Cristo. In un clima di preghiera e commozione l'effigie
del Crocefisso viene schiodata dalla croce, e dal Calvario viene portata in processione
fino alla pietra dell'unzione e poi alla Tomba.
Sulle
cerimonie per la Santa Pasqua a Gerusalemme ascoltiamo al microfono di Eliana Astorripadre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa:
R. –
Gerusalemme è la città dove si unisce il luogo e la memoria. In tutte le chiese del
mondo si fa la memoria della Pasqua e quello che è unico a Gerusalemme, e che ovviamente
può accadere solo qui, è che questa memoria si fa nello stesso luogo in cui l’evento
è avvenuto. La caratteristica della liturgia della Settimana Santa a Gerusalemme è
che la liturgia è mobile, ci si muove, si corre quasi come le donne dei Vangeli che
correvano da un luogo ad un altro: si passa dal Getsemani al Sepolcro, dal Cenacolo
al Monte degli Ulivi e così via.
D. – Sono molte
in questo luogo le persone che vivono sulla propria pelle situazioni di conflitto,
di violenza e disagio, quasi a ripetere la sofferenza e la morte di Gesù...
R.
– Gerusalemme è sempre stata una città dove si unisce da un lato il fascino, la bellezza
di questa città meravigliosa, e allo stesso tempo anche il dolore fortissimo. La morte
di Cristo, Cristo in croce, è il simbolo di tutto questo. Da un lato, il dolore e
la sofferenza di cui Gesù si fa carico, ma anche la speranza, la prospettiva, la resurrezione.
D.
– C’è in questi giorni un aumento di affluenza di pellegrini...
R.
– Un aumento altissimo. Sicuramente più di un terzo, rispetto all’anno scorso.
D.
– Ma più in generale, al di là del periodo pasquale, arrivano più fedeli in Terra
Santa negli ultimi tempi?
R. – Sì, devo dire che
verso la fine del 2007 e con il 2008 la tendenza è un aumento maggiore rispetto ai
periodi precedenti, al punto che se vi è un problema oggi, è un problema di logistica,
di infrastrutture inadeguate.