Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo di Pasqua
Nella Veglia di Pasqua, la Liturgia ci presenta il brano del Vangelo in cui Maria
di Màgdala e l'altra Maria si recano al sepolcro dove è stato sepolto Gesù. Ma ecco
un angelo del Signore, sceso dal cielo, rotola la pietra e si pone a sedere su di
essa. E, rivolto alle donne, dice:
«Non abbiate paura, voi! So che cercate
Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto; … e ora vi precede in
Galilea; là lo vedrete».
Ma ascoltiamo il commento del teologo, don
Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
(musica)
“Era
ancora buio” quando Maria di Magdala recatasi al sepolcro nel quale era stato deposto
Gesù constatò che la pietra era stata ribaltata e Gesù non era più lì. Era ancora
notte quando Gesù risuscitò dai morti. Nella Veglia la Chiesa canta infatti: “O notte
beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l'ora in cui Cristo è risorto
dagli inferi”. “Di questa notte è stato scritto: La notte splenderà come il giorno
e sarà fonte di luce per la mia delizia”. “O notte veramente gloriosa!”.
“Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l'innocenza
ai peccatori, la gioia agli afflitti”.“O notte veramente gloriosa! Che ricongiunge
la terra al Cielo!”. E' il canto che sgorga da un fatto, da un avvenimento unico nella
storia, che ha risignificato tutta la storia, tutta la storia degli uomini, tutta
la storia di ciascun uomo. La risurrezione di Gesù Cristo è divenuta per noi il principio
di tutto ciò che nella nostra esistenza è reale e vero, perché Egli “E' veramente
risorto!”.La risurrezione di Cristo è il principio. Tutto ricomincia
da lì.