2008-03-22 14:08:59

Celebrata a Santa Maria Maggiore l'Ora della Madre: intervista con padre Toniolo


Stamani, come ogni Sabato Santo, è stata celebrata nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore l'Ora della Madre che ricorda la prova suprema della fede vissuta da Maria in attesa della Risurrezione del Figlio. Il rito è stato presieduto dal cardinale Bernard Francis Law, arciprete della Basilica. Sul significato teologico dell'Ora della Madre ascoltiamo padre Ermanno Toniolo, dei Servi di Maria, teologo esperto in mariologia, intervistato da Giovanni Peduto:RealAudioMP3
 
R. – Il significato teologico, innanzitutto, è che Lei, Maria, completa ciò che manca ancora alla Passione di Cristo. E’ la nuova Eva che porta a compimento, nello strazio del cuore, ma nell’autentica fede e nell’ubbidienza assoluta, la volontà di Dio e, nell’attesa indubitata che le parole del Figlio si compiano, tutta la fede della Chiesa, d’Israele prima, della Chiesa oggi e del mondo intero. E’ Colei, nella quale si concentra la fede del mondo, in una speranza che non ha confini. Gesù tre giorni rimane nel grembo della Terra, come ha preannunciato, ma nel terzo giorno Egli risorge glorioso, compiendo non soltanto le sue parole, ma anche l’anelito di tutto il mondo e soprattutto la fede della Madre, che lo attende, lo invoca e ne aspira, con nostalgia, il primo abbraccio glorioso. Dal punto di vista liturgico, non c’è una celebrazione speciale in Occidente. C’è, però, nella Chiesa antica sempre questo concetto che la Vergine fa da ponte tra il Venerdì Santo e l’alba della Pasqua, perché tutto si raccoglie in lei. Gli apostoli sono dispersi, le donne pensano soltanto ai profumi e agli aromi; Lei sola sa, attende, spera, crede e quindi Lei è il ponte d’amore che dal Venerdì Santo, Passione del Signore, si getta radioso verso il mattino della Pasqua, quando Lei lo attira per così dire a sé e Lui, il Cristo, ritorna a Lei per donare al mondo la sua divina benedizione per sempre.

 
D. – Oriente e Occidente sono uniti in questo particolare ricordo dell’attesa da parte di Maria della Resurrezione del Figlio?

 
R. – Posso dire che l’Oriente fin dal Medioevo, dall’anno 1200 circa, ha imbastito un’immensa celebrazione del ricordo della morte del Signore, la sera del Venerdì Santo e, soprattutto, nei mattutini del Sabato Santo, e questo in due fasi, ricordando da una parte il dolore di Colui che è morto per tutti, ne piange il tradimento, ne esalta l’immolazione volontaria, dall’altra, proprio nel cuore della Madre o nella speranza della sua resurrezione è l’attesa trepida che Egli venga e ritorni. E’ liturgia bizantina. Una notte intera con innumerevoli tropari attorno all’altare dove Cristo è deposto, nel suo particolare epitaffio, cioè nella raffigurazione della tomba, dove tutti attendono con Maria, incensando, portando profumi, profondendo preghiere, che Egli ritorni dai morti e dia vita al mondo. Quindi, l’Oriente ha sempre celebrato e celebra festosissimamente questa notte santa. L’Occidente invece ha cominciato da poco a ricordare Maria il Sabato Santo, perché liturgicamente il Sabato Santo per noi è un giorno di silenzio meditativo. Ma la Vergine rompe il silenzio, caricandolo di fede e di speranza. Quindi la celebrazione dell’Ora della Madre il Sabato Santo, in un certo qual modo, vuole che si propaghi in tutta la Chiesa anche occidentale il ricordo della Madre, accompagnandoci alla gioia della Notte Santa, alla Pasqua del Signore che risorge, in modo da poter cantare con Maria l’Exultet, dopo aver vissuto con Lei, non solo il dolore del Venerdì Santo e la Via Crucis, ma aver vissuto con Lei, seppur nel dolore, ma carico di speranza, l’attesa della sua Resurrezione.
 







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