Suor Maria Laura Mainetti verso la beatificazione sulla base del riconoscimento del
martirio: intervista col vescovo di Como Diego Coletti
La Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto la validità del processo diocesano
per la beatificazione di suor Maria Laura Mainetti uccisa nel giugno del 2000 da tre
ragazze a Chiavenna, in provincia di Sondrio. L’annuncio è stato dato ieri dal vescovo
emerito di Como Alessandro Maggiolini durante la Messa Crismale celebrata nel Duomo
della città lombarda. Il via libera del dicastero vaticano apre la strada alla beatificazione
della religiosa della Congregazione delle Figlie della Croce sulla base del riconoscimento
del suo martirio. Ascoltiamo il vescovo di Como, mons. Diego Coletti, intervistato
da Sergio Centofanti:
R.
– L’annuncio è stato dato dal mio predecessore, mons. Alessandro Maggiolini, perché
eravamo insieme concelebranti della Messa Crismale davanti a quasi 300 preti e con
la cattedrale gremita. Al termine della Messa, mons. Maggiolini ha dato lui l’annuncio,
perchè mi sembrava bello fosse lui a parlare, visto che è stato lui all’origine di
questo processo e l’ha accompagnato in questi ultimi anni. Quindi, è con grande commozione
e legittima soddisfazione che ha dato questo annuncio alla diocesi e questo annuncio
è stato accolto da un grande applauso, perchè la memoria di suor Maria Laura è una
memoria ancora molto viva, non soltanto in Val Chiavenna, là dove lei ha vissuto e
ha servito nel suo compito di assistenza ai poveri e di educazione dei giovani, ma
in tutta la diocesi la sentiamo come una figura importante per questa testimonianza
così forte, così bella di una donna che, cadendo sotto i colpi di chi la stava uccidendo,
ha pregato per le ragazze, cercando di capire il senso di questo gesto folle, assumendo
una posizione estremamente simile a quella del Signore in Croce, che non ha avuto
altro pensiero per i suoi crocifissori se non quello di scusarli davanti al Padre
e di chiedere al Padre che li perdonasse.
D. – Chi
era Suor Maria Laura Mainetti?
R. – Una religiosa
molto normale, molto semplice, senza particolari doti, se non quella di una grande
fedeltà e di una grande vicinanza ai giovani e soprattutto ai giovani in situazioni
più difficili e più marginali. Pensi che queste ragazze l’hanno attirata nella trappola,
semplicemente dicendole che c’era una delle ragazze che lei conosceva che aveva bisogno
di parlare con lei, perchè si era messa in un guaio serio. E’ bastato questo invito
perchè suor Maria Laura uscisse dal convento e andasse all’appuntamento con questa
ragazza. Questo per dire la sua continua disponibilità all’educazione, all’accompagnamento
delle persone, anche di quelle più fragili, anche di quelle più in difficoltà personale.
D. – Le confessioni delle tre ragazze, tra l’altro,
sono decisive per il riconoscimento del martirio...
R.
– Penso di sì, ritengo di sì. Io ho avuto la possibilità di leggere gli atti processuali
e devo dire che loro sono state molto schiette, soprattutto due su tre, nel descrivere
nei particolari anche il momento drammatico di questo assassinio, perchè loro stesse
hanno potuto testimoniare direttamente come siano rimaste colpite e sconvolte dall’atteggiamento
di suor Maria Laura.
D. – Queste tre giovani che
hanno detto di aver agito "in nome di Satana" sono affidate a varie comunità di recupero
in questo momento...
R. – Sì, mi risulta che abbiano
ottenuto questa procedura alternativa alla carcerazione pura e semplice e siano state
messe in una condizione di rieducazione sempre rigida, sotto sorveglianza, ma legata
all’ipotesi che si possa ricostruire in loro un futuro di redenzione. Credo che su
questa scelta del giudice di sorveglianza, che è stata anche sottoposta a qualche
critica da parte dell’opinione pubblica, credo che suor Maria Laura sarebbe stata
più che consenziente.