Continuano a peggiorare le condizioni dei palestinesi rifugiati al confine tra Iraq
e Siria
I 2700 palestinesi presenti nei campi profughi di al-Waleed e di al-Tanf, al confine
tra Iraq e Siria, vivono in condizioni sempre più disumane. L’allarme viene lanciato
dall'ACNUR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che negli ultimi
22 mesi ha lanciato numerosi appelli affinché si trovino soluzioni umanitarie urgenti
e si attui il loro trasferimento, anche se temporaneo, preferibilmente in paesi arabi.
Nel 2006 il Canada ha accolto 64 palestinesi provenienti dall’Iraq, mentre l’anno
scorso 107 di essi hanno trovato rifugio in Brasile. Il Cile ha recentemente annunciato
di poter accogliere un primo gruppo di 117 palestinesi rifugiati in Iraq, mentre il
Sudan si è detto pronto ad ospitarne altri duemila. L’ACNUR ed i rappresentanti della
comunità palestinese stanno ora mettendo a punto un piano operativo per far sì che
il trasferimento possa effettivamente svolgersi. L'accoglienza in un altro Paese,
sottolinea in una nota l'agenzia ONU, non aiuterà però tutti i palestinesi sistemati
nei campi, "dove la situazione sanitaria diventa sempre più insostenibile, in assenza
di cure mediche adeguate e di alternative praticabili". Situazione resa ancora più
drammatica dalla fuga dal Paese del Golfo della maggior parte del personale medico.
L'agenzia delle Nazioni Unite ha quindi espresso apprezzamento per gli sforzi attuati
da Paesi terzi nel fornire assistenza per il reinsediamento immediato dei paletinesi
“iracheni”, ma ha ricordato ai governi coinvolti che "vi e' ancora bisogno di aiuto,
perché da troppo tempo la popolazione non ha accesso a cure mediche adeguate". L’ACNUR
stima infine che, dei 34.000 palestinesi presenti in Iraq nel 2003, non ne siano rimasti
più di dieci-quindicimila. Il campo di al-Waleed ospita al momento oltre duemila rifugiati,
mentre quello di al-Tanf, tra Iraq e Siria, ce ne sono oltre 700. (M.G.)