Medici Senza Frontiere di nuovo al lavoro in Somalia
Malgrado in Somalia tensione resti altissima, gli operatori internazionali di Medici
Senza Frontiere hanno ripreso il loro lavoro nei progetti di assistenza umanitaria
in diverse località del Paese dell’corno d’Africa. In seguito al brutale assassinio
di tre operatori di MSF il 28 gennaio a Kismayo, nel sud del Paese, MSF aveva infatti
sospeso la presenza dello staff internazionale in Somalia. Da allora sono stati gli
operatori somali di MSF che hanno continuato a gestire i progetti. In una nota pubblicata
sul suo sito web ufficiale, l’organizzazione umanitaria ha spiegato che, mentre si
continuano a esaminare le circostanze degli assassinii a Kismayo, sono state condotte
valutazioni delle condizioni di sicurezza in alcune delle 14 località dove MSF gestisce
dei progetti di assistenza medica e umanitaria alla popolazione civile. In alcune
di queste località dove le condizioni di sicurezza sono apparse accettabili, MSF ha
deciso di fare ritornare un numero limitato di operatori internazionali in considerazione
degli acuti bisogni umanitari. Tuttavia MFS segnala che in Somalia, dove è in corso
una delle crisi umanitarie più difficili e gravi al mondo che sta provocando nuove
fughe di massa della popolazione, l’assistenza umanitaria rimane scarsa. MSF è poi
frustrata dall’impossibilità di raggiungere più pazienti a causa dell’insicurezza.
Proprio ieri, infatti, è morto in ospedale un altro operatore somalo dell’organizzazione,
ferito in modo grave in un attacco il 12 marzo scorso. Infine MSF ricorda nel corso
del 2007, ha aperto molti nuovi progetti in risposta agli enormi bisogni medici e
umanitari causati dal continuo conflitto. Le equipe mediche hanno eseguito oltre 2500
operazioni chirurgiche, 520mila consultazioni e hanno ricoverato circa 23mila pazienti
negli ospedali. (M.G.)