2008-03-19 14:58:14

La fede, la Chiesa e l’uomo nell’intervento del cardinale Poupard in un convegno a Lodi sull’Europa


Il contributo della Chiesa e delle religione nella costruzione di una nuova Europa unita. E’ questo in estrema sintesi il cuore dell’intervento del presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Paul Poupard, al convegno “Il sogno dei padri dell’Europa è ancora attuale? Il cammino europeo di fronte alla cultura moderna”, tenutosi ieri sera a Lodi. “Se la Chiesa ritiene non essere sua competenza pronunciarsi in favore di un tipo specifico di sistema politico per l’Europa, tuttavia sente il bisogno di ricordare che ogni progetto politico” deve “essere al servizio del bene comune”, ha spiegato nel discorso ripreso dal Sir il cardinale Poupard, aggiungendo che “l’Europa non saprà costruirsi su un semplice sistema di mercato. Essa esige una volontà politica fondata su un insieme di valori comuni che nel corso dei secoli ne hanno arricchito il patrimonio culturale condiviso”. “Per questo – ha ribadito il cardinale Poupard - non possiamo lasciare fuori della porta della Casa europea le religioni” e “il silenzio nella Carta costituzionale europea sull’azione positiva” di queste ultime “è un’afasia aggiunta ad un’amnesia riduttiva”. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha poi voluto precisare che “la Chiesa non pretende certo la direzione degli affari degli Stati”, e riconosce la “giusta separazione dei poteri” considerando “la laicità come la garanzia della libertà di coscienza di tutti i cittadini”. Il cardinale Poupard si è quindi soffermato sulle difficoltà incontrate nella “costruzione della nuova Europa”, realtà ancora “in cammino”, che si sta dimostrando come “un’istituzione verticistica e burocratica che non riesce a far amare ai cittadini il progetto unitario europeo”. Secondo il porporato, essa sta oggi attraversando una crisi “che non si esaurisce nelle sue manifestazioni economiche, sociali e ideologiche” ma è anzitutto “di tipo culturale, cioè spirituale”; per questo occorre rimettere al centro l’uomo, “cuore del cristianesimo e del progetto europeo, perché è solo lui che può aprire le vie del futuro”, e “l’unica battaglia che vale davvero la pena combattere, è la battaglia in favore dell’uomo”. Tuttavia il cardinale Poupard ha detto che di fronte alle sfide posta dalla cultura odierna “non c’è spazio per l’apatia e il disimpegno”e infine ha esortato a non “cedere alla paura o al pessimismo” ma piuttosto a “coltivare l’ottimismo e la speranza”, perché “il destino di una società dipende sempre da una minoranza capace di credere”. (M.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.