La fede, la Chiesa e l’uomo nell’intervento del cardinale Poupard in un convegno a
Lodi sull’Europa
Il contributo della Chiesa e delle religione nella costruzione di una nuova Europa
unita. E’ questo in estrema sintesi il cuore dell’intervento del presidente emerito
del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Paul Poupard, al convegno “Il sogno
dei padri dell’Europa è ancora attuale? Il cammino europeo di fronte alla cultura
moderna”, tenutosi ieri sera a Lodi. “Se la Chiesa ritiene non essere sua competenza
pronunciarsi in favore di un tipo specifico di sistema politico per l’Europa, tuttavia
sente il bisogno di ricordare che ogni progetto politico” deve “essere al servizio
del bene comune”, ha spiegato nel discorso ripreso dal Sir il cardinale Poupard,
aggiungendo che “l’Europa non saprà costruirsi su un semplice sistema di mercato.
Essa esige una volontà politica fondata su un insieme di valori comuni che nel corso
dei secoli ne hanno arricchito il patrimonio culturale condiviso”. “Per questo – ha
ribadito il cardinale Poupard - non possiamo lasciare fuori della porta della Casa
europea le religioni” e “il silenzio nella Carta costituzionale europea sull’azione
positiva” di queste ultime “è un’afasia aggiunta ad un’amnesia riduttiva”. Il presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura ha poi voluto precisare che “la Chiesa non
pretende certo la direzione degli affari degli Stati”, e riconosce la “giusta separazione
dei poteri” considerando “la laicità come la garanzia della libertà di coscienza di
tutti i cittadini”. Il cardinale Poupard si è quindi soffermato sulle difficoltà incontrate
nella “costruzione della nuova Europa”, realtà ancora “in cammino”, che si sta dimostrando
come “un’istituzione verticistica e burocratica che non riesce a far amare ai cittadini
il progetto unitario europeo”. Secondo il porporato, essa sta oggi attraversando una
crisi “che non si esaurisce nelle sue manifestazioni economiche, sociali e ideologiche”
ma è anzitutto “di tipo culturale, cioè spirituale”; per questo occorre rimettere
al centro l’uomo, “cuore del cristianesimo e del progetto europeo, perché è solo lui
che può aprire le vie del futuro”, e “l’unica battaglia che vale davvero la pena combattere,
è la battaglia in favore dell’uomo”. Tuttavia il cardinale Poupard ha detto che di
fronte alle sfide posta dalla cultura odierna “non c’è spazio per l’apatia e il disimpegno”e
infine ha esortato a non “cedere alla paura o al pessimismo” ma piuttosto a “coltivare
l’ottimismo e la speranza”, perché “il destino di una società dipende sempre da una
minoranza capace di credere”. (M.G.)