2008-03-19 14:59:38

Appello di Amnesty International per la scarcerazione dei dissidenti cubani


Amnesty International è tornata a chiedere a gran voce il rilascio di 58 dissidenti del regime comunista cubano ancora in carcere. L’organizzazione per i diritti umani si è rivolta alle nuove autorità dell’isola, a cinque anni dalla più ampia repressione contro gli oppositori politici. “L’unico reato commesso da queste 58 persone è stato il pacifico esercizio delle libertà fondamentali. Amnesty International ritiene siano prigionieri di coscienza e chiede il loro rilascio immediato e incondizionato”, ha dichiarato Kerrie Howard, vicedirettrice del Programma Americhe di Amnesty International, citato dal Sir. Appena un mese fa, l’organizzazione aveva espresso apprezzamento per il rilascio di quattro prigionieri di coscienza e la firma, da parte di Cuba, del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Azioni che secondo Kerrie Howard fanno sperare nell’apertura di una nuova stagione politica: “Il nuovo presidente cubano, Raul Castro, deve dare continuità ai recenti passi avanti, affrontando alcune delle questioni più urgenti relative alla situazione dei diritti umani nel paese, tra cui la revisione giudiziaria di tutte le sentenze emesse al termine di processi iniqui, l’abolizione della pena di morte e l’introduzione di misure per garantire la libertà d’espressione e l’indipendenza della magistratura”. Dei 58 prigionieri di coscienza, fa sapere ancora Amnesty, figura Marcelo Cano Rodríguez, oppositore politico e difensore dei diritti umani, arrestato a Las Tunas il 25 marzo 2003, mentre stava indagando sull’arresto di un altro dissidente, Jorge Luís García Paneque. È stato condannato a 18 anni per aver visitato prigionieri e incontrato le loro famiglie per conto della Commissione cubana dei diritti umani e aver tenuto rapporti con l’organizzazione internazionale Medici senza frontiere. È attualmente detenuto nel carcere Ariza di Cienfuegos, a 250 chilometri di distanza dal suo domicilio nella capitale L’Avana, cosa che rende difficili le visite dei familiari. (M.G.)







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