Nella Repubblica Centrafricana l’insicurezza continua ad alimentare l’esodo dei civili
Un flusso continuo di civili alimenta l’esodo dalla Repubblica Centrafricana, teatro
di forti scontri, scorrerie di gruppi armati, banditi e militari, verso il vicino
Ciad. Stando a quanto riporta l’agenzia internazionale MISNA, sarebbero almeno 3 mila
i civili fuggiti dal Paese nelle ultime due settimane a seguito dei violenti attacchi
ai villaggi della regione settentrionale; 14 mila i fuorusciti che dallo scorso dicembre
hanno sostato presso il villaggio ciadiano di Maya in attesa di essere trasportati
nella città di Dembo, 25 chilometri più all'interno. "L'arrivo di migliaia di rifugiati
a Maya, che conta solo 3 mila abitanti, sta creando non poche difficoltà per l'accesso
alle risorse" riferisce l'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati (ACNUR/UHNCR)
fornendo gli ultimi aggiornamenti sulla situazione umanitaria. I tentativi di dialogo
tra il governo del presidente François Bozize e i gruppi dei ribelli armati non hanno
migliorato le condizioni di sicurezza nel Paese, dove recentemente sono stati ritrovati
i corpi senza vita dei tre civili rapiti lo scorso 26 febbraio. Tra questi anche il
sindaco della città di Koui, nel nordovest. Dall’inizio dell’esodo sarebbero circa
60.000 i centrafricani in Ciad e più di 45.000 nel vicino Camerun. (C.D.L.)