2008-03-14 08:38:24

L’Iran al voto per il rinnovo del Parlamento


In Iran, sono quasi 44 milioni gli elettori chiamati oggi alle urne per il rinnovo del parlamento. L’ayatollah Ali Khamenei ha votato in diretta televisiva in un seggio vicino alla sua residenza di Teheran. Nei giorni scorsi, aveva lanciato un appello affinché non si votassero i candidati che il “nemico” - aveva detto - vuole vedere eletti. Alle urne anche il presidente iraniano Ahmadinejad. Il Consiglio dei Guardiani ha ammesso a queste consultazioni 4500 candidati, escludendo – secondo le opposizioni – molte delle candidature eccellenti proposte dalla coalizione dei riformisti. Sul clima in cui si svolge il voto, Giancarlo La Vella ha intervistato, Alberto Zanconato, responsabile dell’ANSA di Teheran:RealAudioMP3

 
R. - E’ stata una campagna molto breve, sette giorni caratterizzati da nuove disposizioni che hanno impedito l’affissione nelle strade di poster con le fotografie dei candidati. Non ci sono stati neppure dibattiti in televisione. C’è stata soltanto una campagna martellante per indurre la gente ad andare a votare e, secondo le autorità, per dare un segnale agli Stati Uniti facendo vedere che la popolazione sostiene il regime. E’ stata, soprattutto, una campagna elettorale segnata da una bocciatura in massa dei principali candidati riformisti, quelli che sembravano poter dare ai riformisti una chance di rivincita dopo le elezioni di quattro anni fa che hanno consegnato l’Assemblea ai fondamentalisti. Di questo si è lamentata la coalizione dei riformisti, dicendo che in questa situazione le speranze di rimonta sono veramente limitate.

 
D. – Questo fa pensare che l’esito del voto si orienterà verso una riconferma dell’attuale situazione?

 
R. – Dovrebbe essere una riconferma del controllo conservatore sul parlamento. L’unico motivo di vero interesse è vedere quale dei due schieramenti conservatori vincerà, uno che sostiene il presidente Ahmadinejad, l’altro guidato dall’ex negoziatore sul nucleare, Ali Larijani, sostenuto anche dal sindaco di Teheran, Qalibaf. Probabilmente si stanno preparando il terreno per, eventualmente, sfidare il prossimo anno lo stesso Ahmadinejad nelle elezioni presidenziali.







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