Il tribunale di Foggia respinge il ricorso di un'associazione contro la riesumazione
del corpo di Padre Pio
“La Chiesa cattolica è l’unico organismo portatore degli interessi dei fedeli”. Con
questa motivazione il giudice Gianfranco Placentino ha respinto il ricorso presentato
dall’associazione “pro Padre Pio”, contro l’esumazione ed esposizione ai fedeli del
corpo del santo e il suo trasferimento dalla cripta del Santuario di Santa Maria delle
Grazie a san Giovanni Rotondo alla limitrofa nuova chiesa realizzata su progetto di
Renzo Piano. Il Tribunale civile di Foggia ha inoltre spiegato che l’associazione
“non è legittimata ad agire legalmente perché nessuno può far valere nel processo
un diritto altrui in nome proprio”. La decisione è stata accolta con soddisfazione
dall’arcivescovo di Manfredonia, Domenico D’Ambrosio, che ha subito commentato ad
Avvenire: “Hanno prevalso la verità, il buon senso, la ragionevolezza e il diritto”.
Sollevati anche i frati minori della provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio,
che si sono auspicati che “la vicenda possa uscire quanto prima dalle aule giudiziarie,
per evitare che il santo possa essere trascinato in un ambito che non gli è proprio”.
I frati minori sottolineano poi che “nel documento giudiziario viene dato rilievo
all’espressa volontà di Padre Pio di sottoporsi al volere dei Superiori”. Al momento
resta però ancora aperto il fronte penale perché la “pro Padre Pio” ha presentato
denuncia per violazione di sepolcro, vilipendio di cadavere e presunti atti sacrileghi.
Tuttavia oggi il legale dell’arcivescovo di Manfredonia, Franco Luzupone, chiederà
l’archiviazione della denuncia al sostituto procuratore. La ricognizione canonica
del corpo di San Pio procederà ora, come previsto, con i trattamenti conservativi
per l’umidità che ha invaso la bara. Le spoglie saranno poi deposte in una teca di
cristallo ed esposte al culto dei fedeli dal 25 aprile prossimo. (M.G.)